Il divo britannico dei fornelli è a rischio bancarotta. Jamie Oliver, chef e conduttore televisivo con una ventina di libri pubblicati a sua firma, ha debiti accomulati per 71,5 milioni di sterline. A riportarlo è la stampa londinese, specificando che la società proprietaria della catena di ristoranti Jamie’s Italian, a lui riconducibile, potrebbe essere costretta a chiudere 12 delle 25 insegne tutt’ora rimaste in attività nel Regno Unito.
Da tempo i ristoranti di cucina italiana aperti da Oliver non navigano in buone acque. Prima della Brexit, erano ben 42 i locali avviati in Gran Bretagna, a cui si aggiungevano i 28 all’estero. Proprio la svalutazione del pound, innescata dal vittorioso referendum per l’uscita del Regno Unito dall’Europa, era stata individuata da Oliver e dai suoi manager come principale causa del dissesto. Si disse che l’aumento dei costi per assicurarsi gli ingredienti necessari per le preparazioni di ricette italiane avessero fatto aumentare i costi. Il piano di ristrutturazione non ha però dato ossigeno al gruppo e perciò si prevedono ulteriori tagli, che determineranno la perdita di 450 posti di lavoro.
L’ultimo esercizio, secondo quanto emerge dalla stampa inglese, si sarebbe chiuso con perdite per 10 milioni di sterline. La società avrebbe pertanto fatto ricorso a un Cva (Company voluntary arrangement, una sorta di concordato) a cui hanno aderito il 95% dei creditori.