Prove di coesione nel mondo della grappa per aumentare l’export. Undici distillerie, che messe assieme rappresentano il 70% del mercato, hanno partecipato al primo summit del comparto acquavite, organizzato a Vazzola (Treviso) nella sede di Acquavite spa, proprietaria del marchio Castagner. Oltre al padrone di casa, erano presenti i rappresentanti di Bertagnolli, Bonollo Umberto, Branca, Casoni, Franciacorta, Marzadro, Nardini, Segnana, Stock Italia e Zanin.
Da soli si perde, uniti si può provare a vincere. Questo è il senso dell’incontro tra distillatori, in un contesto nel quale i consumi domestici sono sempre più bassi, dai 39 milioni di litri del 1974 agli attuali 23 milioni, ma la qualità appare in costante aumento e le prospettive di crescita sono allettanti, soprattutto oltre confine. I progressi appaiono evidenti nell’area tedesca, che oggi assorbe il 70% delle esportazioni, mentre i tentativi avviati in Asia e Nord America sono frenati dall’assenza di risorse economiche, in un contesto certamente promettente per i grandi distillati, ma sempre più concorrenziale. La sfida richiede grandi investimenti sulla rete vendita e sulla comunicazione.
La linea emersa durante l’incontro per poter incrementare l’export, rilanciando al tempo stesso i consumi interni, è quella di prendere ad esempio ciò che è stato fatto nel mondo dei cognac, rum e whisky, con prodotti premium, cosiddetti “brown spirits”, mentre per la grappa bianca occorrerà entrare nel mercato dei cocktail perché il futuro è nei miscelati. “Per fare questo sarà indispensabile condividere tra i produttori un progetto comune. Se perdiamo questo treno rischiamo che la grappa non riesca mai a collocarsi nel mercato internazionale, e questo non deve succedere”, ha affermato Roberto Castagner.
All’incontro sono stati presentati inoltre i trend del mercato con gli interventi di Stefano Paolillo, business insight director Iri, Valerio Frascaroli, buyer di Conad, e Lucio Roncoroni, direttore del Cda, Consorzio distributori alimentari. La sintesi delle loro relazioni sul mercato nazionale ha evidenziato un leggero calo di consumi per la grappa, ma anche la continua crescita nei prodotti premium e un sempre maggior interesse da parte della fascia di consumatori colti e benestanti. A livello internazionale è invece intervenuto Dieter Messmer, amministratore delegato di Glen Fahrn, tra i principali distributori di spirits in Svizzera. Proprio la confederazione elvetica rappresenta il secondo mercato di esportazione della grappa, dietro la Germania. “Serve che i grappaioli si uniscano – ha affermato Fahrn – e creino una comunicazione univoca rivolta all’estero. Manca ad esempio una carta geografica delle distillerie, che favorirebbe il turismo degli appassionati, e sono tanti quelli che amano viaggiare e visitare le produzioni di vini e spirits.”