Il Veneto si conferma regione trainante per l’export del vino italiano. Secondo l’analisi realizzata da Veneto Agricoltura sui dati 2014, l’incremento anno su anno è del 5,1% in valore, contro l’1,4% della media nazionale, e del 2,9% in quantità, contro l’1,1 del totale Italia. Il fatturato estero regionale ha toccato il valore record di 1,67 miliardi di euro, pari a una quota superiore al 30% dell’export nazionale. La spinta è arrivata dalle bollicine e in particolare dallo spumante del momento, il Prosecco, che ha fatto crescere a doppia cifra l’export di categoria, +32% in quantità e +25% in valore. I vini fermi, che detengono una quota del 68% in valore sul totale del vino esportato, sono scesi dello 0,4% in volume e hanno ottenuto un piccolo incremento (+1%) in valore. Dal 2009, anno in cui fu istituito il nuovo sistema di denominazione, la crescita dell’export ha superato il 200 per cento. Tuttavia, rileva Veneto Agricoltura, l’aumento più che proporzionale della quantità rispetto al valore, fa supporre che nel periodo più recente la crescita sia stata sostenuta da una politica di prezzi al ribasso.
La situazione dovrebbe cambiare quest’anno, con gli annunciati rincari su alcune piazze strategiche (tra cui quella inglese) per la bollicina di Nordest. Tra le destinazioni, i primi tre Paesi per il vino prodotto nel Veneto sono Germania, Stati Uniti e Regno Unito, che assorbono il 53% della produzione complessiva. Se invece consideriamo il solo Prosecco, svetta il Regno Unito con 130 milioni di euro e una performance monstre del +50% in valore (e +62% in quantità, a conferma della politica aggressiva dei prezzi), che ha determinato nel 2014 lo storico sorpasso sullo Champagne. A seguire gli Stati Uniti con 50 milioni di euro e un balzo del 17,5%, probabilmente destinato ad aumentare ulteriormente nell’anno in corso, davanti alla Germania che invece è cresciuta “soltanto” del 4 per cento. Tra le altre performance a due cifre emergono quella svedese (+70%), norvegese (+44%) e soprattutto il +30% della Francia, a conferma di un periodo d’oro per il vino ottenuto da uve Glera.