Filiera Italia si trasforma in fondazione senza scopo di lucro, conquista nuovi soci ed elegge alla presidenza Enzo Moavero Milanesi, già ministro degli Affari europei nei governi Monti e Letta e ministro degli Esteri nel primo governo Conte. Un nome di peso, dunque, per un realtà che si rafforza in termini di rappresentanza, arrivando a oltre sessanta adesioni in ambito produttivo e distributivo. Inoltre, con il passaggio a fondazione, sono entrati a far parte della ex associazione, promossa nel maggio 2018 da Coldiretti, big come Eni, Enel, Snam, Terna, Intesa Sanpaolo e Cassa Depositi e Prestiti.
Tra i nuovi ingressi legati al mondo agroalimentare compare invece Antinori. La società toscana dei vini di alta gamma si inserisce in un parterre composto tra gli altri da Bellavista, Biraghi, Campari, Casillo, Fratelli Beretta, Inalca (con un ruolo di primo piano in Filiera Italia da parte del suo amministratore delegato Luigi Scordamaglia), Noberasco, Rummo e altri ancora.
“Investire nell’agroalimentare significa guardare al futuro positivamente. Filiera Italia sarà l’incubatrice di riflessioni, proposte ed iniziative nella duplice prospettiva di esortare al continuo miglioramento qualitativo e sostenibile delle produzioni italiane e dei benefici per i consumatori ovunque nel mondo”, ha commentato il presidente neo eletto. In consiglio di amministrazione siedono tra gli altri Vincenzo Gesmundo, segretario generale di Coldiretti, come vicepresidente vicario e Luigi Scordamaglia nella carica di consigliere delegato.
L’obiettivo della fondazione è valorizzare l’autenticità del made in Italy, secondo una visione di filiera che parte dall’agricoltura, passa per la trasformazione (rappresentata a livello confindustriale da Federalimentari, di cui Scordamaglia è stato presidente nel precedente mandato, e con la quale i rapporti non sono certamente ottimali) e arriva al retail.