La seconda giornata di Vinitaly è stata anche più intensa della prima, con l’arrivo di tanti professionisti della ristorazione nel giorno che viene scelto tradizionalmente per la chiusura settimanale delle attività. Così, archiviata la prima metà della manifestazione, le impressioni raccolte tra gli espositori sono mediamente positive, sulla scia di un buon esito del 2018 e di un trend tutto sommato confortante nei primi mesi del 2019, caratterizzati da un bel movimento della ristorazione in Italia. Restano diversi punti interrogativi legati ai mercati esteri e in particolare al nord Europa e alla Gran Bretagna, terzo mercato estero per l’Italian wine e primo per lo sparkling, alle prese con un’ipotesi di hard Brexit che potrebbe certamente impattare sui conti del vino.
“L’impressione – ha dichiarato a Pambianco Wine&Food Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori, che ha chiuso il 2018 con un giro d’affari di 213 milioni legato al vino – è che ci sia un bell’entusiasmo, un buon spirito e tanto piacere nel ritrovarsi con le cose che stanno procedendo bene. L’Italia riesce a crescere in valore, quindi riteniamo la strategia di fare vini sempre più caratterizzati, del territorio e di qualità sia la strada giusta”.
La crescita è anche la conseguenza degli investimenti e della fiducia delle società vitivinicole nell’evoluzione positiva di mercato. Ettore Nicoletto, amministratore delegato di Gruppo Santa Margherita, evidenzia i 39 milioni di investimento effettuati negli ultimi dodici mesi dalla società controllata da un ramo della famiglia Marzotto. “Questa cifra fa parte di un progetto più ampio e che parte da lontano. Abbiamo posto le attenzioni in prevalenza su vigneti, vigna, cantina e tecnologia. Una grossa quota di questi investimenti ha riguardato i vigneti, con acquisizione di un blocco importante di vigna in Sardegna e poi anche in Franciacorta per rafforzare il patrimonio viticolo di Ca’ de Bosco che vuole essere totalmente autosufficiente dal punto di vista produttivo. Senza dimenticare il Chianti Classico, la Maremma e gli altri territori dove operiamo”.
Alessandro Marchionne, amministratore delegato di Genagricola (gruppo Generali), afferma: “I progetti di investimento riguardano principalmente le cantine e la tecnologia necessaria per fare un salto di qualità nelle nostre tenute top, che sono Torre Rosazza in Friuli Venezia Giulia, Costa Arente in Veneto e Bricco dei Guazzi in Piemonte. A livello di mercato, in Europa puntiamo forte sul recupero della Germania e dei Paesi nordici. La Gran Bretagna invece è un rebus. Con il successo che ha avuto il Prosecco in quel Paese, va attentamente monitorata per capire cosa succederà nei prossimi mesi”.
Vinitaly è naturalmente il momento per presentare le novità, come quelle di Terra Moretti che con Bellavista ha portato le nuove etichette della linea Ode all’Italia. Oltre al brand di punta, il gruppo bresciano sta rafforzando le altre realtà controllate a cominciare dalle ultime acquisite ovvero Sella&Mosca in Sardegna e Teruzzi in Toscana. “Oggi siamo sei aziende, copriamo buona parte del territorio italiano e in ogni azienda cerchiamo di seguire determinate linee basi come la ricerca della qualità e della naturalità”, ha commentato la presidente Francesca Moretti. Restando in Franciacorta, Guido Berlucchi ha presentato la novità Blanc de Blanc (prima annata il 2012) della linea 61 Nature. “È il terzo millesimato non dosato che proponiamo ai nostri clienti”, ha precisato Arturo Ziliani, amministratore del gruppo oggi controllato assieme ai fratelli Cristina e Paolo. E ha aggiunto: “La Franciacorta ha grandi potenzialità di crescita del valore. Esportare non è facile, ma dobbiamo impegnarci sempre più per far conoscere il nostro prodotto, metodo e territorio”.