Prosecco green e sostenibile. La sfida del consorzio di tutela della doc Treviso parte dall’adozione di un piano per imporre ai produttori consorziati l’eliminazione totale dei fitofarmaci, sposando una tendenza del mercato e puntando a fare dell’ampia area di produzione delle bollicine di nordest, comprendente nove province tra Veneto e Friuli per un totale di circa 400 milioni di bottiglie, un modello di agricoltura che crea benessere sociale senza rischi per la salute della popolazione.
Il consorzio con sede nella città della Marca intende arrivare alla certificazione di sostenibilità della denominazione, mediante un sistema di gestione che non si limiterà alle buone pratiche agricole come il metodo biologico e la lotta integrata, ma comprenderà anche le buone pratiche socio-economiche favorendo il confronto con le comunità locali, prevenendo così i timori di conseguenze negative derivanti dall’espansione delle coltivazioni di uva nelle zone interessate che peraltro, secondo quanto comunica il consorzio, sono considerate una ‘minaccia’ soltanto dal 3% della popolazione locale.
“Sulla base di questo presupposto, consapevole dello sforzo che il sistema produttivo del Prosecco sarà chiamato ad affrontare – dichiara in una nota il presidente del consorzio, Stefano Zanette – comunico che con la pubblicazione del nuovo ‘Vademecum viticolo 2017’ andremo ad eliminare le principali molecole oggetto di dibattito: Glifosate, Folpet e Mancozeb. Queste, ancorché ammesse dalla normativa vigente, sembrano essere diventate fonte di preoccupazione sia per le popolazioni residenti che per i consumatori. Mi impegno affinché il divieto all’utilizzo di questi principi attivi risulti cogente, ovvero obbligatorio per tutti i produttori della nostra denominazione”.