La Milano Wine Week saluta Hervé Deschamps, storico chef de cave di Perrier-Jouët, che nel corso di una chiacchierata virtuale ha di fatto ceduto il testimone, dopo 37 anni di attività, a Séverine Frerson, entrata in maison due anni fa dopo una lunga esperienza in Piper-Heidsieck. Che poi quello di Deschamps, che per un ventennio è stato anche il presidente dell’Amicale des chefs de cave de Champagne, sia un addio piuttosto che un arrivederci è tutto da vedersi, ma tant’è, a partire da questa vendemmia, le decisioni, dopo un biennio di affiancamento, le ha prese una Frerson ormai pronta, come ha sottolineato lo stesso Deschamps. Percorso che per la neo chef de cave, “sarà scolpito nella memoria grazie a Hervé e che è stato accompagnato anche da una realtà fatta di persone che lavorano da sempre in Perrier-Jouët”.
Ora, in attesa della prossima presentazione del rosé 2012 Belle Epoque, Séverine Frerson inizierà il suo mandato, che la porterà ad aggiungere quel tocco personale richiesto a ogni chef de cave, “ma che scopriremo solo tra qualche anno”, e magari a creare qualcosa di nuovo, un po’ come ha fatto il suo predecessore con il Belle Epoque Blanc de Blancs 1993, per celebrare la fine del secondo millennio.
Nel frattempo, guardando al mercato italiano che per la realtà di Épernay vale circa 200/250mila bottiglie, il 20% delle quali millesimate, il 2020 sta portando con sé una performance che, come ha spiegato a Pambianco Wine&Food Leo Damiani, direttore di Perrier-Jouët Italia, “può contare su un triennio in crescita a doppia cifra, oltre il 15%, e su un anno fiscale che inizia a luglio”. Quindi con la fortuna di poter spalmare la crisi da Covid-19 su due esercizi. Ecco allora che, ha continuato Damiani, “a fine febbraio eravamo a +26%, e in chiusura siamo riusciti comunque a rispettare il budget, mentre i dodici mesi fiscali correnti sono partiti con il beneficio della ripresa estiva, tanto che al 30% eravamo a +6%”. Il tutto in attesa di sviluppi, perché guardando al futuro: “Ho studiato due budget differenti, ma posso dire che se affronteremo un Natale senza caos, mi sento cautamente positivo, e potremmo avere un periodo di festività in linea con quello dell’anno scorso”.
di Fabio Gibellino