La chiusura annunciata della Pernigotti a Novi Ligure (Alessandria) diventa un caso nazionale e sarà discussa il 15 novembre al ministero dello Sviluppo economico, dove è stato convocato un tavolo di crisi presieduto dal vicecapo di Gabinetto Giorgio Sorial. Nel frattempo la proprietà turca della famiglia Toksov, il cui gruppo Sanset nel 2013 rilevò l‘azienda dalla famiglia Averna, ha affermato che intende “esternalizzare le proprie attività produttive unicamente presso il territorio nazionale”. La produzione dei cioccolatini a marchio Pernigotti non sarà quindi spostata totalmente all’estero, come era parso di capire in un primo istante, e la proprietà dell’azienda “sta procedendo all’individuazione di partner industriali in Italia, a cui affidare la produzione, coerentemente anche con l’obiettivo di cercare di ricollocare il maggior numero possibile di dipendenti coinvolti presso aziende operanti nel medesimo settore o terzisti. L’azienda sta già dialogando con alcune importanti realtà italiane del settore dolciario”.
La chiusura era stata comunicata il 7 novembre, quando l’azienda aveva affermato di aver presentato istanza di ammissione alla procedura di Cassa integrazione guadagni straordinaria per 100 dipendenti nel periodo compreso tra il 3 dicembre 2018 e il 2 dicembre 2019, a seguito della parziale cessazione dell’attività aziendale. Le cause, secondo quanto riportato nella nota della società, risiedono nella situazione di crisi vissuta da Pernigotti a seguito del calo dei volumi di vendita e del correlato decremento del fatturato che l’azienda non è riuscita a contrastare, nonostante le azioni finora implementate a sostegno del business.
Pernigotti è stata fondata nel 1860 e il suo nome richiama alla mente il gianduiotto, prodotto di cui è sempre stata leader di mercato, oltre al torrone e agli intermedi per gelato e pasticceria. Sotto la proprietà degli Averna, all’epoca della cessione, fatturava circa 75 milioni, di cui il 55% nel segmento del dolciario e il 45% nel segmento degli intermedi per gelato e pasticceria. Al momento dell’acquisizione, il gruppo Sanset si era impegnato a potenziare la struttura, in prospettiva di un forte incremento delle vendite estere, ma nei fatti ha operato in maniera diversa, spostando una parte della produzione proprio in Turchia.