Un primo trimestre 2021 con “risultati eccezionali” per il Parmigiano Reggiano che, come comunicato dal Consorzio di riferimento, ha messo a segno vendite a volume in crescita del 12% rispetto al periodo pre-pandemia, con 8.627 tonnellate contro le 7.704 del 2019. Un dato particolarmente positivo se si considera il +5% degli altri formaggi stagionati a pasta dura. Ma l’ottima performance, spiega il Consorzio, va confrontata anche in relazione all’impatto del Covid sulla capacità di spesa delle famiglie, e di riflesso sul carrello del supermercato e alle minacce estere tipo Brexit, dazi Usa (al momento sospesi ma non revocati) e il fenomeno dell’Italian Sounding che alimenta un mercato parallelo da 2 miliardi di euro.
Un dato positivo emerge anche dal punto di vista del prezzo, in quanto da gennaio la quotazione del Parmigiano Reggiano 12 mesi da caseificio produttore si attesta intorno ai 10,50 €/kg contro i 7,99 €/kg di un anno fa.
Nonostante i risultati positivi ottenuti nella prima porzione dell’anno, il Consorzio lavora in tandem con il comparto dell’Horeca per incrementare i numeri di questo canale. “Il primo passo concreto in questa direzione è stato un accordo con la realtà congressuale di Identità Golose“, afferma Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio di Tutela. L’obiettivo della partnership, si legge nella nota, “è proprio risollevare la quota di mercato del settore Horeca – che nel 2020 ha potuto assorbire solo il 4% del Parmigiano Reggiano in commercio – attraverso progetti di formazione ed educazione con ristoranti e tutte le altre attività del fuori casa”.
In una recente analisi di mercato commissionata a Ipsos, è infatti risultato che, sugli oltre novecento intervistati, il 90% vorrebbe che nella descrizione del piatto nel menu fosse indicato il tipo/la marca di formaggio utilizzato; il 91% vorrebbe conoscere queste informazioni anche per il formaggio utilizzato per condire o guarnire i primi piatti; mentre il 77% si è detto favorevole alla possibilità di grattugiare il formaggio direttamente al tavolo.
“Il Parmigiano Reggiano – conclude Bertinelli – sarà al fianco dei ristoranti per soddisfare la richiesta dei tanti consumatori che, in virtù di una nuova sensibilità, esigono trasparenza e chiarezza su ciò che viene servito e gli ingredienti utilizzati. Vogliamo evidenziare sempre di più che indicare il nome del formaggio che viene usato come ingrediente, per guarnire un piatto oppure semplicemente quello presente nella formaggiera, non solo soddisfa la curiosità del consumatore, rendendolo più contento, ma può anche valorizzare la portata e l’esperienza nel suo complesso”.