Il 2023 è stato un anno “da massimo storico” per le forme di Parmigiano Reggiano, fa sapere il Consorzio di riferimento. Il giro d’affari ha registrato 3 miliardi di euro, in crescita del 5% sui 2,9 del 2022, mentre le vendite totali a volume sono cresciute dell’8,4 per cento.
Il mercato domestico, che copre il 57% del fatturato, ha registrato un incremento del 10,9% e vede al primo posto le vendite in Gdo (65%), seguite dall’industria (17,1%), mentre il canale Horeca “rimane fanalino di coda, e quindi con un enorme potenziale di sviluppo, attestandosi all’8,2% del totale”. In aggiunta, le vendite dirette dei caseifici, che rappresentano il 5% delle vendite totali, hanno registrato un aumento del 10,8 per cento.
La quota export, che conta oggi il 43% grazie a una crescita nel 2023 del 5,7%, ha osservato risultati particolarmente positivi in Spagna (+7,8%), Francia (+6,9%), Stati Uniti – primo mercato estero per la Dop – (+7,7%) e Australia (+21,8%). Uniche note negative sono quelle registrate in Canada (-6,5%) e Giappone (-8,2%), rispettivamente per problemi legati alle quote e al cambio.
La produzione, invece, è rimasta stabile sui valori dell’esercizio precedente, introducendo sul mercato 4,014 milioni di forme (+0,3 per cento). Tra le province di origine, Bologna ha segnato un incremento del 14,5%, insieme a Mantova (+4,59 per cento). Di contro, Parma ha registrato un -0,5%, nonostante sia la prima per produzione, seguita da Reggio Emilia a -2,23% per cento.
Nel prossimo futuro, “il consorzio dovrà sempre più investire sulla crescita nei mercati esteri, che rappresentano il futuro della nostra Dop”, ha dichiarato Nicola Bertinelli, presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano. “Ciò impone una partnership sempre più forte tra i produttori e quei commercianti che dispongono di una rete vendite e della forza per affrontare i mercati internazionali”.