Panini Durini si prepara a esportare il proprio format oltre Milano. Dopo aver chiuso il 2017 a 9,5 milioni di euro contro i 7,4 del 2016, mettendo a segno una crescita di circa il 30% anno su anno e con un ebitda stimato del 12% sul fatturato anche per effetto delle numerose aperture che hanno condizionato in negativo la marginalità del brand, il fondatore e CEO Stefano Saturnino spiega a Pambianco Wine&Food le prossime mosse della catena di ristorazione fondata sul panino e nata nel 2011 in via Durini.
“Quello appena concluso – spiega Saturnino – è stato un anno sicuramente positivo e che ci ha confermato la bontà di un’attività da poco uscita dalla fase di start up. Le ultime aperture in particolare, all’interno del centro commerciale Carosello e di Milano Citylife, ci hanno confermato che il format funziona anche al di fuori del centro storico, che resta comunque il dna di Panini Durini. Ad ogni modo abbiamo avuto la dimostrazione di come sia percorribile anche la crescita al di fuori di Milano”.
Ed è partendo da questa consapevolezza che Panini Durini inizia a pianificare un’espansione retail in altri centri commerciali e in città medio/grandi partendo da nord Italia. Ciò non significa che a Milano siano state esaurite le possibilità, anzi… “Abbiamo sei/sette aree cittadine ancora da coprire. Al tempo stesso, valuteremo alcune situazioni in nord Italia e anche le proposte che stiamo ricevendo da società come quelle degli aeroporti o delle stazioni ferroviarie. Posso dire che nel secondo semestre ci sarà un ingresso nel travel retail e che stiamo trattando diverse location”. Saturnino non sembra invece tentato dalla via dell’estero. “Abbiamo molto da fare in Italia, per servire i consumatori italiani e i tanti turisti che vogliono provare i nostri prodotti. Aprire a Londra o negli Stati Uniti finirebbe per porre problemi legati al cambio o di natura amministrativa, creando più rischi che benefici in questa fase”.
A oggi, Panini Durini dispone di 16 store e si prepara all’inaugurazione del punto vendita di via Manzoni, prevista per febbraio. La strategia di Saturnino consiste nella ricerca di location inserite non soltanto in contesti prestigiosi, ma anche in aree densamente popolate della città perché, conclude il CEO della catena, “la ristorazione sta diventando un’evoluzione del classico bar all’italiana, premiato anche dal fattore vicinanza. Mangiare fuori non è più un evento e l’attività di ristorazione assomiglia sempre più a un’attività di servizio”.