Un progetto che nasce dalla passione per la storia, per la filosofia e, ovviamente, per il vino. È su queste fondamenta che poggia i suoi pilastri Ômina Romana, realtà che sorge a Velletri, tra le colline di origine vulcanica dei Castelli Romani. A volerla, nel 2007, è stato l’imprenditore tedesco Anton F. Börner.
“Ho voluto investire nell’agricoltura e in particolare nel vino, perché oggi viviamo nel mondo dell’alta velocità, ma io sono affascinato dal tempo e dal lungo termine”, racconta Börner. Questa è anche una scelta col sapore della sfida: “Avrei potuto acquistare in Piemonte o in Toscana, ma tra i grandi del Barolo, del Barbaresco o di Montalcino, sarei stato uno dei tanti, qui invece mi sento pioniere con un grande progetto sul vino di Roma, destinato al mondo”.
Per riuscirci, da quando è stata acquistata la tenuta, Börner, che è affiancato alla guida dell’azienda dalla figlia Katharina, non ha lesinato investimenti in campo agronomico e geologico avvalendosi, per le analisi dei suoli, del contributo dell’Università di Geisenheim e della facoltà di Agraria ed Enologia di Firenze. Un percorso che l’ha portato nel 2011 alla prima vendemmia, nel 2012 alla registrazione del marchio Ômina Romana e nel 2013 alla vendita delle prime bottiglie.
Oggi l’azienda, che conta 80 ettari di cui 60 vitati per il 40% da bacche bianche (Chardonnay, Viognier e Bellone) e per il 60% da bacche rosse (Cesanese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc), ha raggiunto una produzione di circa 150mila bottiglie con un obiettivo massimo per il futuro fissato a 400mila. Per quanto riguarda i vini in produzione, curati in cantina dall’enologo Simone Sarnà con la consulenza di Claudio Gori, sono undici, tra i quali spiccano gli alto di gamma Ceres Anesidora I (IGP Lazio Rosso di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon) e, soprattutto, la linea Ars Magna con i suoi, tra gli altri, Merlot, Cabernet franc, Chardonnay e Viognier. La fascia prezzo al dettaglio è compresa tra i 25 e i 100 euro e la distribuzione interessa i mercati internazionali per il 50% ma che, come ha sottolineato lo stesso Börner: “Presto interesserà anche gli Stati Uniti”.