In alcune regioni d’Italia la raccolta 2019 delle olive sarà particolarmente magra, specie al nord, ma il bilancio finale a livello quantitativo della campagna olearia è assolutamente positivo. Ad affermarlo sono due indagini previsionali: la prima è quella degli osservatori di mercato di Cia, Italia Olivicola e Associazione italiana frantoiani oleari (Aifo), che indica un aumento complessivo dell’89%; la seconda è quella di Coldiretti, che stima un recupero sui minimi del 2018 di circa l’80 percento. A trainare è stato il sud, con una straordinaria performance della Puglia che, secondo la prima stima, crescerà del 175% rispetto al drammatico 2018 e nonostante l’emergenza Xylella, per ora circoscritta al Salento. Quest’area, caratterizzata dai celebri olivi monumentali, vedrà invece un calo del 50% della produzione.
In tutto, la produzione italiana è stimata oltre le 330 mila tonnellate contro le 175 mila del 2018. L’incremento produttivo pugliese, regione leader nazionale, è frutto dei territori olivicoli delle province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia, zone gravemente colpite dalla gelata nel febbraio 2018 che compromise il successivo raccolto. Nel confronto con il 2017, il bilancio quantitativo nazionale è ancora in rosso: all’epoca la produzione sfiorò le 430mila tonnellate.
Oltre alla Puglia, da cui dipende quasi il 60% della produzione di olio extravergine d’oliva italiano, le previsioni di raccolta sono ottime per la Calabria (+116%) e la Sicilia (+38%), a completare l’ottimo dato del sud Italia, ma anche per l’Abruzzo (+52%) e le Marche (+63%). Male le altre regioni del centro: Lazio (-19%), Toscana (-20%), Umbria (-28%) ed Emilia-Romagna (-50%), tutte condizionate dalle basse temperature e dalle precipitazioni a maggio. Infine, al nord, è stato un disastro: -43% in Liguria, -65% in Lombardia e Veneto.