Non solo estero per Carpineto che, adesso, vuole giocare anche ‘in casa’. L’azienda vitivinicola toscana, fondata in Chianti Classico nel 1967 dalle famiglie Sacchet e Zaccheo, genera infatti oltre il 90% dei propri ricavi fuori dai confini nazionali. Questo dipende dal fatto che “fin dal principio – come spiega a Pambianco Wine&Food Antonio Michael Zaccheo, seconda generazione ed export manager – abbiamo realizzato un prodotto di qualità che chiaramente aveva un certo prezzo, e per questo all’estero, anche per ragioni di capacità di spesa, ha ottenuto un riscontro maggiore rispetto all’Italia, dove il focus era rivolto in primis al prezzo”.
Nel 2019, l’Italia, che rappresenta il terzo mercato di riferimento per Carpineto, dopo Canada e Stati Uniti, generava circa il 10% del fatturato, percentuale che nel 2020 si è ridotta al 6% a causa della forte esposizione dell’azienda nel canale horeca che ha subito il lockdown generato dal Covid. Lo scorso anno, il valore è salito leggermente passando al 7% su un totale ricavi stimato di 18,5 milioni di euro e l’idea, come spiega Zaccheo, è tornare al 10% nell’anno in corso, puntando nel medio-lungo periodo a raggiungere quota 20 per cento. Un incremento che si può effettuare “crescendo in tutti i canali, e quindi non solo nella ristorazione ma anche in gdo, seguendo così le nuove abitudini di consumo che vedono maggiori consumi sia tra le mura domestiche sia di qualità”.
Oltre ai mercati già citati, Carpineto, che esporta in circa 70 Paesi, è particolarmente forte in Svizzera, Germania, Norvegia, Australia, Giappone, Regno Unito. Tra gli altri, in Corea del Sud “stiamo crescendo molto e credo sia anche legato alla pandemia e al cambio delle abitudini che ha portato le persone a bere vino di qualità anche a casa e noi, che proveniamo da una della zone classiche del mondo del vino, rientriamo in quella categoria che le persone all’estero hanno curiosità di assaggiare”.
Come anticipato, la cantina toscana ha chiuso il 2021 con un fatturato stimato di 18,5 milioni di euro circa e un ebitda che secondo le stime dovrebbe aggirarsi al 23 per cento. I ricavi sono risultati in crescita soprattutto grazie all’accelerata registrata in Nord America, Svizzera, Germania, “in quanto qui siamo presenti molto nelle enoteche e meno nella ristorazione”. Nel 2020 l’azienda aveva registrato un fatturato di 15,4 milioni in leggero calo sui 15,8 milioni del 2019, con un ebitda pari al 22% e un utile sul fatturato di circa il 12 per cento.
Tra gli altri focus di Carpineto per il 2022 c’è l’ospitalità. Già dallo scorso anno “abbiamo puntato molto sull’enoturismo”, prosegue infatti Zaccheo. L’azienda dispone di due location: la cantina storica a Greve in Chianti dove vengono fatte degustazioni e piccoli tour e poi la tenuta di Montepulciano, dove attualmente vengono concentrate tutte le attività visti i lavori (ampliamento magazzino, nuova catena di imbottigliamento e impianto fotovoltaico) nella location di Greve. Dal 2021 “abbiamo arruolato una persona dedicata per fare enoturismo. Nel 2022 contavamo di raddoppiare il traffico ma, visti i rincari, primo tra tutti quello energetico, ci chiediamo se e quanto le persone riprenderanno a spendere per viaggiare”.