I primi dati comunicati dal Comité Champagne per il 2017 confermano il momento d’oro della bollicina metodo classico d’oltralpe. “Grazie all’esportazione e alla valorizzazione delle sue cuvée, lo Champagne ha realizzato un giro d’affari record di 4,9 miliardi di euro”, afferma in una nota Jean-Marie Barillère, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne.
Una crescita realizzata tutta a valore, se si considera che le spedizioni sono sostanzialmente invariate (+0,4%) a 307,3 milioni di bottiglie, ma che il giro d’affari dell’export è aumentato del 3,5%. Ed è proprio l’estero a consentire allo Champagne di mettere a segno questo nuovo progresso, poiché nel mercato interno le vendite sono diminuite in quantità (-2,5%) con 153,7 milioni di bottiglie. “Un calo più forte del previsto causato da un dicembre deludente”, ha commentato Maxime Toubart, presidente del Syndicat Général des Vigneronse e co-presidente del Comité Champagne.
Mentre lo Champagne va bene all’estero, in patria soffre la concorrenza di altre bollicine più competitive in termini di prezzo, dal Prosecco italiano al Cava spagnolo. Ormai l’export ha sostanzialmente uguagliato, per numero di bottiglie, il mercato domestico. E a crescere maggiormente sono i Paesi extra Ue, facendo segnare un aumento di quasi il 9% toccando i 77 milioni di bottiglie. Intanto il mercato intracomunitario, al pari di quello francese, appare debole e perde l’1,3%, acquistando 76,6 milioni di bottiglie e superando per la prima volta il valore dell’Unione, che peraltro comprende il dato della Gran Bretagna, storica prima destinazione delle casse di Champagne, superata negli ultimi anni dagli Stati Uniti.