“La ricerca continua della qualità assoluta”. È questa la linea guida della storia di Frantoi Cutrera, azienda famigliare specializzata nella produzione di olio extravergine, che opera da sei generazioni e che ha visto l’ultimo fatturato sfiorare i 10 milioni di euro.
E ora, a Chiaramonte Gulfi, inaugura un nuovo progetto che scommette tutto sull’innovazione. Sono circa 13 i milioni di euro investiti nel nuovo polo, da oltre 20mila metri quadrati, che apre le danze di un nuovo frantoio dotato di una linea di stoccaggio e confezionamento con impianti 4.0, un laboratorio di analisi, un baglio-museo, un’area didattica ed una scuola dedicata all’olio evo. “Abbiamo speso un milione in più rispetto a quanto pianificato solo per strutturare il progetto in aperta campagna, in mezzo ai nostri ulivi, e non in una zona industriale”, ha dichiarato Salvatore Cutrera, uno dei titolari di Frantoi Cutrera a Pambianco Wine&Food. “E’ stata una sfida nella sfida, soprattutto a livello di autorizzazioni e servizi, ma il nostro lavoro è la nostra terra”.
L’obiettivo principale dell’azienda è quello di ottimizzare la produzione e migliorare sempre di più la qualità dei suoi prodotti. “Il mondo va veloce e il mercato percepisce rapidamente il cambiamento. Così abbiamo capito che il vecchio stabilimento non si prestava più per il mercato internazionale e avevamo bisogno di una struttura moderna, ma soprattutto incentrata sull’innovazione tecnologica. Il frantoio nuovo, già entrato in funzione da qualche mese, ha riportato un +15% sulla capacità produttiva”.
Intanto il 2021 è stato archiviato a circa 10 milioni e nei primi sei mesi del 2022 la crescita è stata “esponenziale”. Tuttavia le conseguenze della guerra si sono fatte sentire, sottraendo ai Frantoi Cutrera due mercati importanti, Russia e Ucraina, che valgono circa 400mila euro. Germania e Uk occupano la prima quota nell’export, mentre il Canada il maggior fatturato per rapporto abitanti. Complessivamente l’export per l’azienda pesa per il 60% sul fatturato, mentre tra il 2005 e il 2006 valeva l’80 per cento. “La crescita sul mercato domestico non è stata una scelta nostra, si sono presentate opportunità che abbiamo saputo cogliere”.
Un fatturato quello di Frantoi Cutrera che si divide tra Horeca e Gdo, tra etichette di proprietà e private label. Le etichette di proprietà sono circa dieci e vedono la vendita di maggiori volumi nel canale Horeca, mentre le private label vengono vendute solo in Gdo. “Inoltre, abbiamo anche una conserveria che pesa circa il 10% sul fatturato e in termini di quantità sono intorno ai 300mila i vasetti di conserve tra sughi, pesti, confetture e marmellate”. I quintali di olive lavorate l’anno invece ammontano a 60mila, con 7mila quintali di olio prodotti, per un totale di circa un milione di bottiglie fra vari formati e brand.
Dopo l’investimento per il nuovo frantoio l’azienda famigliare desidera assestarsi sul mercato, “ma tra un anno circa abbiamo in programma di ricominciare a lavorare con lo stabilimento precedente che si può prestare a qualunque tipo di progetto. Il prossimo sicuramente sarà nel food e vedrà un abbinamento con l’olio”.
L’azienda fa parte del Consorzio Opera Olei Frantoi, nato nel 2014 da un’idea di Marco Viola e Giorgio Franci per riunire sei aziende italiane produttrici di olio evo monovarietale: Olearia San Giorgio di San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), Agraria Riva del Garda di Riva del Garda (Trento), Frantoi Cutrera dei Monti Iblei (Ragusa), Azienda Agraria Viola di Foligno (Perugia), Frantoio Franci di Montenero d’Orcia (Grosseto), Mimì di Modugno (Bari). Il consorzio si pone l’obiettivo di “divulgare la cultura dell’olio di qualità nel mondo. Infatti abbiamo un’attività a Livorno nella sede di scuola dell’olio e organizziamo eventi proprio per far conoscere questo concetto di qualità”, ha dichiarato Riccardo Scarpellini, presidente del Consorzio Opera Olei a Pambianco Wine&Food.