Castiglion del Bosco passa di mano. La cantina con golf club e resort di lusso a Montalcino è stata venduta dai proprietari Massimo e Chiara Ferragamo a “un’importante family office internazionale” – come si legge nella nota ufficiale -, la cui identità non è stata resa nota, così come non è stata diffusa la cifra del deal.
Come si legge però su fonti stampa nazionali, diverse sono le ipotesi di nomi e cifre sul piatto: si parla infatti di una forchetta di valore che va dai 230 milioni di euro fino ai 400 milioni, mentre si vocifera che l’acquirente possa essere l’emiro del Qatar, con la famiglia sovrana Al Thani, o un insieme di famiglie di imprenditori di diversi continenti.
Castiglion del Bosco si estende su 2mila ettari nel cuore della Val D’Orcia, di cui 62 a vigneto, e conta su una produzione annua di circa 250mila bottiglie di Brunello di Montalcino. La tenuta comprende inoltre The Club, golf club privato con 18 buche; e il resort 5 stelle lusso (con 42 suite, 11 ville con piscina privata, spa e due ristoranti) che dal 2015 è gestito da Rosewood Hotels & Resorts, che continuerà a mantenerne la gestione.
La cantina generava un fatturato di 4,93 milioni nel 2019, scesi a 3,3 milioni nel 2020. Per quanto riguarda l’hotel, invece, i ricavi sono rispettivamente passati da 20,6 milioni a 2 milioni.
La decisione di vendere “nasce con l’obiettivo di garantire lo sviluppo futuro sia dalla parte ospitalità che di quella agricola dell’intera proprietà”, si legge nella nota. Il tutto avviene comunque nel segno della continuità: i Ferragamo rimangono infatti coinvolti nell’azienda, e viene confermato anche il management a partire dal CEO Simone Pallesi.
Proprio negli scorsi giorni, Montalcino è stata protagonista di un’altra operazione: il gruppo Prosit ha comprato il 100% di Cantina di Montalcino, inclusi il marchio, gli immobili e gli impianti produttivi. La proprietà, in mano a Cantine Leonardo da Vinci, cederà il 100% delle quote e rinvestirà a sua volta in Prosit, affiancandola nella strategia di sviluppo perseguita.
La strategicità del Montalcino e della sua denominazione per eccellenza sono stati confermati dal Consorzio del vino Brunello di Montalcino che ha reso noti i risultati del 2021, numeri che non si vedevano dal 2010. Nell’anno, la denominazione toscana, a testimonianza della propria importanza nel panorama vinicolo, ha realizzato un incremento del 37% rispetto al triennio precedente, sfiorando nello specifico le 11,4 milioni di bottiglie immesse nel mercato, con oltre 1 milione di riserve (+108% su 2020), un prezzo medio dello sfuso a +28% e giacenze in cantina dell’imbottigliato ai minimi storici (-38% su dicembre 2020). Risultati resi possibili grazie alle due super annate in commercio (2015 e 2016) e a “una domanda sempre più orientata verso i consumi di qualità”, come specifica il consorzio.