Una cantina costruita all’incirca 140 anni fa e a lungo quasi dimenticata è stata ora riportata a nuova vita nel cuore del monopole di Elena Walch a Castel Ringberg, che con i suoi 20 ettari è il maso con la vigna a corpo unico più grande dell’Alto Adige.
Cantina Gutskeller, così è soprannominata, scava in profondità nei pendii del vigneto, posizionato tra i 330 e i 400 metri sul livello del mare, offrendo condizioni ottimali per un raffreddamento sotterraneo in gran parte naturale. Rimasta vuota da quando la famiglia Walch ha acquistato la proprietà del castello affacciato sul Lago di Caldaro, ormai un secolo fa, si presenta ora con una volta coperta da un manto in corten per proteggere le quattordici botti in legno, da 25 ettolitri l’una, dall’umidità del vigneto sovrastante. L’ingresso della cantina è, inoltre, circondato da un piccolo vigneto di Souvignier Gris, vitigno Piwi resistente ai funghi, a sottolineare il principio guida sostenibile dell’azienda di famiglia.
I primi vini ad affinare nella cantina saranno quelli dell’annata 2022: Sauvignon, Riesling e Pinot Grigio Vigna Castel Ringberg, così come Pinot Bianco Kristallberg. Infatti, spiega a Pambianco Wine&Food Karoline Walch, la figlia più giovane di Elena Walch, oggi insieme alla sorella Julia alla guida dell’azienda, “la grande botte di legno contribuisce in modo discreto alla struttura dei vini, pur mantenendo il loro carattere per rispettare l’identità del singolo vigneto”.
Un investimento di oltre 400mila euro, quello richiesto dal progetto di ristrutturazione, che appartiene alla filosofia famigliare della realtà altoatesina. “Sono ormai cinque generazioni che la famiglia Walch porta avanti l’azienda con l’intento di consegnarla in ottime condizioni alle generazioni a venire”, prosegue Karoline, sottolineando che è il motivo per il quale la programmazione e gli investimenti vengono sempre fatti in un’ottica a lungo termine.
In questa direzione si inquadra anche la scelta di sostenibilità, recentemente messa nero su bianco in un bilancio redatto da un istituto esterno specializzato in ecologia, l’Ökoinstitut Südtirol, che Elena Walch porta avanti da diversi anni sia nel vigneto che in cantina, dove, ad esempio, il 45% del consumo di elettricità è coperto da un impianto fotovoltaico, che si svilupperà ulteriormente all’inizio del prossimo anno.
Ma le novità per l’anno a venire non finiscono qui. L‘azienda si prepara a lanciare alla fine del 2023 la prima annata di Trento Doc, prodotta nel 2017, a distanza di un anno dall’acquisto di 12 ettari a Seregnano, una piccola frazione del comune di Civezzano.
“L’intento – commenta Karoline – è di dividere i due rami: il Trento Doc avrà un’immagine a sé stante, con una cantina che sarà pronta nel 2024, mentre Elena Walch rimarrà fedele alla produzione di vini fermi dell’Alto Adige”. Attualmente, delle circa 600mila bottiglie prodotte e destinate esclusivamente all’horeca, il 52% è venduto in Italia, dove l’azienda ha una rete distributiva di quasi cento agenti, e il 48% in oltre 70 Paesi, tra cui spiccano gli Stati Uniti, la Germania, la Svizzera e sempre di più anche il Benelux (Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo). Tra gli obiettivi, anche quello di “puntare maggiormente sull’estero, dove vediamo ancora tanto potenziale, senza però trascurare il mercato domestico che ci dà grandi soddisfazioni”, conclude Karoline Walch.