È un debutto sotto tono quello fissato per domani, venerdì 30 ottobre, quando scatterà la distribuzione del vino Novello. Una decina di anni fa il prodotto, giovane e di facile beva, andava di moda, era considerato ideale per l’abbinamento con le castagne e, secondo le stime di Coldiretti, se ne producevano 18 milioni di bottiglie, sulla scia dei successi raccolti dai francesi con il Beaujolais Nouveau. Poi la moda è cambiata, le critiche qualitative legate alla tecnica di macerazione carbonica (con cui si ottiene il Novello) hanno fatto il resto e la produzione è crollata: quest’anno, secondo le stime dell’associazione dei coltivatori, le bottiglie prodotte saranno all’incirca due milioni. Gli handicap? A detta di Coldiretti, sono legati al prezzo medio troppo elevato, oltre 3 euro a bottiglia, per un vino che ha una data di scadenza piuttosto rapida, entro 4-5 mesi. “Il consumatore – ha dichiarato all’agenzia Ansa il direttore di Assoenologi, Giuseppe Martelli – rispetto a 10 anni fa, ha molti più vini a disposizione da scegliere, mentre il produttore, con le stesse uve, preferisce fare un vino con un valore aggiunto maggiore; e così a fare il Novello sono rimaste quasi esclusivamente le grandi aziende”. Da quest’anno peraltro, tra i big, c’è un player in meno. Gruppo Italiano Vini, secondo quanto riporta il sito specializzato Wine News, non produrrà più il Novello, mentre restano nel business la trentina Cavit, che ne distribuirà 340 mila bottiglie, e Castello Banfi, con 120 mila bottiglie: messe assieme, le due realtà coprirebbero poco meno del 25% della produzione nazionale. In controtendenza Mezzacorona, che porterà il numero di bottiglie prodotte da 30 a 50 mila, prevalentemente destinate alla ristorazione.