Non hanno fretta di crescere, in Nonino, eppure crescono. Il brand che ha fatto conoscere al mondo le potenzialità della grappa italiana, distillata al 100% con metodo artigianale e rivoluzionando fin dal 1973, con la creazione della grappa Monovitigno, il sistema produttivo e l’immagine stessa del prodotto, stima un progresso del 6% nel 2016, esercizio che dovrebbe essere chiuso a 14,4 milioni di ricavi.
Procedere a piccoli passi è una scelta e al tempo stesso una necessità. “Siamo artigiani, non potremmo fare diversamente”, spiega a Pambianco Wine Antonella Nonino, che assieme alle sorelle Cristina ed Elisabetta gestisce l’azienda con sede a Percoto (Udine), in sintonia con i genitori Benito e Giannola, inventori della Monovitigno e dell’altro prodotto che segnò la svolta, ÙE, ottenuto distillando l’uva intera e creando l’Acquavite d’uva. “Una crescita troppo veloce sarebbe inconciliabile con i nostri metodi produttivi e con la rigorosa selezione della materia prima effettuata a monte, strettamente legata alla vendemmia di annata. Il nostro poi è un prodotto totalmente artigianale, perché Giannola e Benito hanno sempre continuato a fare ricerca per ottenere la grappa più buona del mondo e per raggiungere quest’obiettivo non esistono scorciatoie. Purtroppo in Italia manca quella trasparenza in etichetta che dovrebbe essere necessaria per informare correttamente il consumatore, che sta diventando sempre più esigente. Non a caso, recentemente il ministro Martina ha richiamato tutti all’ordine, con il decreto 747 entrato in vigore ad agosto 2016, tutelando il cliente finale da pratiche ingannevoli, da contraffazioni e da caratteristiche millantate ma false in termini di invecchiamento”.
La qualità ha consentito a Nonino di realizzare il sogno di Giannola e Benito: fare della grappa un prodotto d’esportazione, autentico distillato italiano degustato da palati esigenti e abituati ai migliori cognac, rhum e whisky. “Esportiamo in 72 Paesi del mondo il 50% della nostra produzione, una percentuale doppia rispetto alla media nazionale. I mercati esteri più importanti sono quelli di lingua tedesca e il nord America, ma stiamo ottenendo crescite consistenti in Australia, Spagna, Ucraina e Sud Africa e perfino in nazioni africane quali Nigeria e Botswana” commenta Antonella Nonino.
Il 2017 è un anno importante per Nonino, perché coincide con il 120° anniversario dalla fondazione aziendale. Un primo assaggio delle celebrazioni si terrà a fine mese con la consegna del prestigioso Premio Nonino, giunto alla 42.ma edizione. La giuria presieduta dal premio Nobel 2001 per la letteratura V.S. Naipaul ha assegnato i premi all’archeologa arborea Isabella Dalla Ragione (premio Risit d’Aur – Barbatella d’Oro 2017), allo scrittore Pierre Michon, allo storico dell’archeologia Cyprian Broodbank e al filosofo John Nicholas Gray.
La società sta inoltre investendo nella realizzazione di una nuova cantina d’invecchiamento, che si aggiungerà alle cinque già presenti nel territorio (da sempre sotto sigillo e controllo permanente dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli) con 1960 tra barrique e piccole botti in attività, e alle cinque distillerie operanti con metodo artigianale, per accompagnare la crescita in atto. L’altro progetto avviato riguarda la ristrutturazione di un complesso di epoca napoleonica, destinato all’ospitalità e all’accoglienza delle numerose visite effettuate in cantina e seguite personalmente dalla famiglia. “Si chiamerà Borgo Nonino, è già visitabile su prenotazione ed entro l’anno puntiamo all’apertura definitiva al pubblico. Lo sta seguendo personalmente nostra madre, che è particolarmente attenta ai dettagli…” conclude Antonella Nonino.