Nicolas Feuillatte consolida la sua posizione di leader dello Champagne in Francia, ma è all’estero che avverrà la crescita di quantità e di valore di uno dei marchi più “giovani” della bollicina metodo classico francese, capace in poco più di 40 anni di storia di arrivare a oltre 200 milioni di ricavi e 10,3 milioni di bottiglie vendute nel 2017, tutte di Champagne. “Per ora non facciamo altri vini e con il solo Champagne puntiamo a superare, a medio termine, le 12 milioni di bottiglie con l’obiettivo di incrementare il prezzo medio del 10 percento. Lavoriamo per valorizzare il prodotto”, dichiara a Pambianco Wine&Food il vice direttore Laurent Panigai.
Fondata da Nicolas Feuillatte, diplomatico e commerciante di caffè negli Stati Uniti (fu grande amico di Jackie Kennedy) divenuto poi produttore di Champagne, la maison è di proprietà del Centre Vinicole di Chouilly, nella regione della Champagne-Ardenne, una sorta di cooperativa a cui circa cinquemila coltivatori della zona, pari a un terzo dell’intero territorio, conferiscono le loro uve.
Il 55% della produzione è destinata al mercato interno, dove Nicolas Feuillatte è il primo marchio di Champagne per vendite. Il restante 45% viene spedito all’estero con gli Stati Uniti come prima destinazione davanti alla Gran Bretagna. Tra gli altri mercati in evidenza, Panigai sottolinea le performance positive del Giappone e, al di fuori dall’Europa, di America Latina e Sudafrica. “L’estero – afferma – supererà presto la metà del nostro giro d’affari. Gli Stati Uniti stanno diventando sempre più importanti, determinanti sotto l’aspetto del valore, mentre il Regno Unito, destinazione storica dello Champagne, sarà destinato a perdere quota. In prospettiva occorre guardare alla Cina ma per raccogliere risultati serviranno almeno dieci anni, perché il consumo cinese continua a essere legato ai vini rossi fermi. E un altro mercato destinato a esplodere è quello indiano”.