Terre Cortesi Moncaro schiaccia l’acceleratore sul progetto sostenibilità e attua la riconversione al metodo bio su 175 ettari di vigneti, che si aggiungono ai 60 ettari già certificati. I terreni oggetto di riconversione sono situati tra l’area del Conero e quella dei Castelli di Jesi, due dei territori dove opera la principale azienda cooperativa marchigiana del vino. A Montecarotto (Ancona), sede della società, è inoltre entrato in funzione il nuovo impianto fotovoltaico, che garantirà oltre il 50% del fabbisogno energetico dell’azienda.
“L’attenzione alla sostenibilità ambientale è andata di pari passo con la ricerca scientifica, che ci ha permesso di triplicare la produzione dei vini senza solfiti aggiunti” commenta in una nota il presidente Doriano Marchetti. “Stiamo estendendo la riduzione dei solfiti a tutta la gamma per garantire volontariamente una soglia inferiore al 50% del massimo consentito dalla legge” aggiunge l’enologo Giuliano D’Ignazi, che si avvale della consulenza esterna di Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi.
Terre Cortesi Moncaro conta 928 soci conferitori e ha ottenuto nel 2014 un fatturato di 24 milioni di euro, derivante per il 65% dall’export con oltre 40 paesi di destinazione. Tra le novità annunciate per Vinitaly spicca la sboccatura in anteprima del Madreperla, spumante gran cuveé metodo classico, nelle versioni 60 mesi di permanenza sui lieviti e 84 mesi Pas Dosé