Il cantiere di via Sammartini è aperto. Entro dicembre è previsto, nella via che costeggia i binari della Stazione Centrale di Milano, l’opening di Mercato Centrale, il quinto per la società fondata da Umberto Montano e il primo nel capoluogo lombardo. Un format di successo, nato a Firenze (dove oggi ne sono presenti due, quello in centro storico e quello al centro commerciale I Gigli) ed esportato prima a Roma, nel complesso di Stazione Termini, poi a Torino, dove l’apertura è stata fissata per il 13 aprile. Ma Milano, come afferma Montano, è un test particolarmente importante: “Il punto di partenza dell’arrivo”, sottolinea a Pambianco Wine&Food l’imprenditore, che per sostenere lo sforzo di una doppia apertura Torino-Milano ha strutturato la società in chiave manageriale, affidando l’incarico di amministratore delegato a Stefano Mereu, ex Grandi Stazioni, suo partner commerciale a Roma e Milano.
L’arrivo di Mercato Centrale diventa uno step decisivo per la riqualificazione dell’area di via Sammartini. “Avverrà perché il Mercato non è solo un mercato, ma è un luogo di condivisione e di incontro sviluppato attraverso un numero enorme di eventi e attività culturali”, precisa Montano. A Torino l’impostazione è la stessa: ci sono già oltre 300 eventi programmati dall’apertura a fine anno, più di uno al giorno. E gli eventi che il presidente della società immagina per Milano sono legati alla moda, all’arte e naturalmente al food. “Mi immagino incontri con gli stilisti, ideazione di progetti alternativi alla semplice sfilata… e poi avremo una scuola di cucina, l’area per eventi legati alla cultura del cibo. Ma Milano si presta decisamente bene all’arte contemporanea, che abbiamo introdotto con successo a Firenze”.
A giugno termineranno i lavori strutturali finanziati da Grandi Stazioni e i 4.500 metri quadrati di Stazione Centrale destinati a diventare Mercato Centrale Milano passeranno sotto la gestione della società di Montano, che realizzerà l’allestimento delle botteghe artigiane e delle altre aree di ristorazione ed eventi. “Il contratto che abbiamo firmato scadrà tra 21 anni – sottolinea il ceo Stefano Mereu – contemporaneamente al termine della concessione ottenuta da Grandi Stazioni con Ferrovie dello Stato. Una scadenza necessariamente a lungo termine perché, tra i due interventi, l’investimento complessivo supera i 10 milioni di euro”.
Mereu rivela che da Milano, una volta entrato a regime, la società si attende un giro d’affari allineato a quello di Mercato Centrale Firenze, che lo scorso anno ha raggiunto i 23 milioni di incasso. Inoltre, al 2022, le attese complessive sono di 86 milioni di ricavi su cinque strutture per un ebitda di 8,3 milioni. Nel 2018, primo anno completo di attività su tre mercati (i due fiorentini e quello romano), il fatturato è stato di 43,5 milioni di euro (+10%) per 4,6 milioni di ebitda.
E dopo Milano, arriverà il momento di preparare un nuovo business plan con possibilità di nuove aperture: si guarda in parte all’Italia, senza escludere l’estero. “C’è un piano industriale, c’è un amministratore delegato, c’è una struttura organizzata per andare lontano, ci sono progetti e in molti bussano a questa porta”, dice Montano, precisando che la conditio sine qua non per nuove aperture è il rispetto dell’identità acquisita dal concept Mercato Centrale ovvero l’essere un aggregatore di forze artigiane. “Altrimenti non avremmo più alcuna ragione di esistente. Detto questo, siamo aperti a ogni progetto di crescita che ci permetta di entrare nel ventre di una città coniugando arte, cultura e cibo in maniera equivocabile. E lo faremo ovunque: anche a Parigi, Londra e New York. Perché no?”.