L’assemblea di Cantina Valpantena ha approvato il bilancio dell’esercizio 2017/18, chiuso il 31 agosto con un giro d’affari di 50,2 milioni di euro, in linea con l’anno fiscale precedente nonostante un calo rilevante della vendemmia 2017 condizionata dalle grandinate estive, che hanno ridotto il raccolto di oltre il 25% rispetto al 2016. La società cooperativa veronese, specializzata sui grandi vini rossi della zona (Valpolicella, Ripasso e Amarone), ha quindi fatto leva sul valore per mantenere il fatturato. La produzione è poi ripresa bene nel 2018, ma i benefici dell’ultima vendemmia saranno visibili a partire dal prossimo bilancio. Intanto la remunerazione ai soci conferitori è leggermente aumentata, con un prezzo medio di 130 euro al quintale per le uve consegnate in cantina, e il patrimonio netto è cresciuto di quasi un milione di euro, arrivando a 20.5 milioni.
Tra le operazioni significative della società presieduta da Luigi Turco e diretta da Luca Degani compare, nell’ultimo anno, l’acquisizione di una quota pari al 25 % della Giacomo Montresor, storica azienda vinicola veronese, condivisa con altre due cooperative italiane nell’ottica di una strategia di diversificazione dei brand che punta a penetrare nuove fasce di mercato. A livello di investimenti, Valpantena ha speso 6 milioni per l’inserimento di nuove attrezzature tecnologiche in cantina, l’acquisto dello stabile per il punto vendita diretto di San Giovanni Lupatoto e quello del centro di appassimento di Montorio.
“Abbiamo vissuto anni molto prosperi per la nostra denominazione e in particolare per la nostra azienda, che continua ad essere uno dei principali attori nella produzione di Amarone e Ripasso, con una quota di mercato di circa il 10%”, ha dichiarato in una nota il presidente Luigi Turco. “In questi anni abbiamo approfittato per consolidare la nostra posizione e differenziare la presenza con altre denominazioni ed altri brand per essere pronti ad affrontare nuovi mercati e nuove sfide”.
Valpantena opera anche sul fronte dell’olio extravergine di oliva, con 428 quintali di olive conferite per una resa media ai soci di 117 euro al quintale. Il suo olio di punta, Torre del Falasco, è stato giudicato tra i 10 migliori d’Italia al noto premio Ercole Olivario.