Non bastava sospendere le attività, ora si vende ed esce definitivamente dal mercato. McDonald’s ha infatti annunciato la propria uscita dalla Russia, mercato in cui era presente da oltre 30 anni. Tutto è iniziato lo scorso 8 marzo con la chiusura temporanea dei suoi 850 ristoranti a seguito dell’inizio della guerra tra Russia e Ucraina. In questi giorni, la compagnia ha annunciato di aver iniziato il processo di vendita del proprio business sul territorio.
Il colosso del fast food ha affermato che sta per iniziare il “de-Arching” (e quindi la rimozione dei proprio archi gialli formati dalla ‘M’ simbolo della catena) che prevede l’eliminazione di nome, logo, brand, menu e qualsiasi elemento identificativo dai propri ristoranti. McDonald’s manterrà comunque i propri marchi registrati nel territorio.
L’idea è quella di vendere l’intera rete a un acquirente locale che manterrà gli attuali dipendenti, a cui la catena americana continuerà a pagare lo stipendio fino al termine della transazione.
“Siamo eccezionalmente orgogliosi dei 62mila dipendenti che lavorano nei nostri ristoranti, delle centinaia di fornitori russi che supportano la nostra attività e dei nostri affiliati locali”, afferma il presidente e AD di McDonald’s Chris Kempczinski. “La loro dedizione e lealtà nei confronti di McDonald’s rendono l’annuncio di oggi estremamente difficile. Tuttavia, abbiamo un impegno nei confronti della nostra comunità globale e dobbiamo rimanere saldi nei nostri valori. E il nostro impegno per i nostri valori significa che non possiamo più far brillare lì i nostri Archi “.
Con l’uscita dalla Russia, McDonald’s prevede di registrare una svalutazione, principalmente non in contanti, nella forchetta tra gli 1,2-1,4 miliardi di dollari. La compagnia si aspetta per il 2022 un margine operativo intorno al 40 per cento.