L’utile di Masi Agricola aumenta proporzionalmente più del fatturato. Il cda della società della Valpolicella ha approvato nei giorni scorsi il bilancio d’esercizio 2017, in ritardo rispetto ai tempi inizialmente fissati per aver adottato nel frattempo i principi contabili internazionali, conseguenza dello status di emittente diffuso. Il giro d’affari è pari a 64,4 milioni di euro, in crescita dell’1% rispetto ai 63,9 milioni dell’esercizio 2016, l’ebitda si conferma a 13 milioni e l’utile netto sale da 6,3 a 6,7 milioni di euro, con una progressione del 7% sul 2016 che però diventa del +13% applicando al vecchio bilancio gli attuali principi contabili.
Il cda ha proposto un dividendo pari a 10 centesimi di euro per azione contro i 9 distribuiti lo scorso anno, con yield del 2,33% rapportato al prezzo del 12 giugno 2018.
“La redditività si è mantenuta ancora una volta elevata rispetto al settore – ha commentato il presidente della società, Sandro Boscaini – confermando le nostre aspettative, pur scontando l’esercizio qualche difficoltà nei volumi delle vendite, in linea con il segmento in cui operiamo e un meteo penalizzante per la produzione”. Boscaini ha inoltre sottolineato come il gruppo, nell’esercizio concluso a dicembre, si sia impegnato allocando significative risorse per l’integrazione post-acquisizione di Canevel e per lo sviluppo delle attività di Masi Wine Experience. “Gli attesi primi risultati già si percepiscono nei primi mesi di quest’anno”, ha assicurato Boscaini.
In termini geografici, l’Italia è stata decisiva per la tenuta del risultato mettendo a segno un aumento di quasi tre milioni di ricavi, salendo da 9,9 a 12,7 milioni di euro, mentre Europa e Americhe messe assieme lasciano sul terreno circa due milioni. Quanto al posizionamento commerciale, si evidenzia un calo della quota di classic wines a vantaggio delle categorie premium e top, che si avvicinano all’80% del fatturato complessivo.