Il cambio della guardia al consorzio di tutela dei vini doc piacentini porta alla ribalta un cognome importante nella storia recente del sistema bancario italiano. È stato nominato presidente Marco Profumo, 41 anni, titolare della cantina Mossi ad Albareto di Ziano Piacentino, acquistata cinque anni fa dall’ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, attuale AD di Leonardo e padre del neo eletto presidente consortile.
Nel suo discorso di insediamento, Profumo ha posto l’accento non solo sulle potenzialità del territorio di Piacenza, ma anche sulla necessità di una svolta in fatto di disciplinari. “Il nostro Consorzio – ha affermato davanti agli altri imprenditori soci del consorzio – sta attraversando un periodo non semplice per cui si rende necessario un ripensamento della sua struttura e dei suoi compiti, con la convinzione condivisa da tutto il Consiglio che tale ente è imprescindibile soprattutto per la tutela e l’eventuale aggiornamento tecnico dei disciplinari di cui non possiamo permetterci di lasciare la gestione alla Regione Emilia Romagna, cosa che accadrebbe in sua assenza”.
Il consorzio piacentino rappresenta 110 soci diretti e 175 conferitori alla cantina cooperativa di Vicobarone, principale azienda aderente (l’altro big cooperativo, Cantina Val Tidone, è fuori da alcuni anni). Le punte di diamante del territorio sono tre vini tipici: Ortrugo, Gutturnio e Malvasia di Candia aromatica. A Piacenza si punta da sempre su vini che soddisfino le richieste del cliente, dal prezzo accessibile e in grado di trovare rapidamente compratori, sfruttando anche la posizione di crocevia tra Lombardia, Emilia, Piemonte e Liguria. Tuttavia, specie per il Gutturnio, la volontà di assecondare il mercato ha comportato una penalizzazione nell’identità del prodotto, che oggi viene proposto nelle versioni frizzante, superiore e riserva. Profumo intende portare avanti, assieme al consiglio, una revisione dei disciplinari e ha una sua idea sul come… “Io sono convinto che il Gutturnio si esprima molto bene come vino frizzante – afferma – e allora forse converrebbe ragionare sull’opportunità di collocare i prodotti più longevi su altra nicchia. Offrire un frizzante e una riserva con lo stesso nome finisce per disorientare i consumatori, specie quelli esteri. Inoltre, credo che in questi anni ci sia stato un miglioramento nettamente superiore alla valorizzazione del prodotto. Ne discuteremo tutti assieme, partendo da posizioni diverse”.
Mossi è un’azienda storica del Piacentino, con origini risalenti al 1500. Nei cinque anni dell’era Profumo, entrata dopo ben 14 generazioni di controllo della famiglia fondatrice, la gestione ha inizialmente puntato sulla continuità delle strategie dei predecessori, per poi investire su innovazioni del processo produttivo, nel marketing e ora nell’espansione produttiva. Mossi produce circa 500 mila bottiglie per un fatturato che nel 2018 è cresciuto a doppia cifra, raggiungendo 1,3 milioni di euro. La strada per la valorizzazione è appena iniziata e passerà anche attraverso un piano di hospitality, con apertura di B&B tra i vigneti e creazione di una location per eventi in cantina. La posizione geografica, anche in questo caso, aiuterà: Milano si trova a soli 80 chilometri. “Visite in cantina e accoglienza sono un punto economico importante per le aziende del vino, oltreché un piacere”, conclude Profumo.