La ristorazione della famiglia Maio punta in alto, aprendo la sua terza attività a Milano, in attesa di crescere all’estero. Il primo locale della catena è il Maio Restaurant all’interno della Rinascente di piazza Duomo, con vista sulla Madonnina; il secondo ha aperto circa un anno fa all’interno della Stazione Centrale. Ora è la volta di Rho Fiera, dove nei giorni scorsi è stato avviato il Be Steak, format basato sulla carne grigliata già sperimentato sempre nella food hall di Rinascente con un temporary pilota. Alla base di questa formula c’è una selezione di hamburger gourmet.
“Il format vuole essere quello di ogni Maio: ambiente informale, fresco e accogliente. Servizio veloce ma professionale, ristorazione di fascia media ma curata” raccontano i due soci e fondatori Alessandro e Massimo Maio. Il fatturato del gruppo nel 2018 si è aggirato sui 15 milioni di euro, con un incremento dichiarato del 15% anno su anno. “Maio Catering, la nostra sezione dedicata agli eventi, ha chiuso invece con un incremento del 28%, arrivando a un fatturato di questa sezione di quasi 4,5 milioni”, hanno aggiunto i due fratelli Maio, che si sono suddivisi i compiti dell’impresa: Massimo è più concentrato sul catering, Alessandro è focalizzato sulla strategia e sulla gestione amministrativa, controllando i ristoranti. “La formula vincente per il nostro format è la volontà di rimanere trasversalmente accessibili, offrendo la migliore qualità possibile al giusto prezzo”, affermano.
I prossimi obiettivi? L’espansione passa attraverso la formazione del personale e la preparazione dello staff di cucina. Se Maio Restaurant deve molto alla passione e alla professionalità dello chef Luca Seveso, che segue il progetto sin dall’inizio, Be Steak è stato affidato a Giuseppe Rossetti, secondo chef del locale in Rinascente. “La nostra idea – affermano i fratelli Maio – è quella di proporre il Be Steak con due differenti anime. La versione Grill Bar è una steak house a tutti gli effetti, dove il servizio si sviluppa intorno al bancone bar. Si mangia seduti uno a fianco all’altro, si scelgono salse, mostarde, sali e coltelli. Il progetto di Rho Fiera necessitava invece di qualcosa di più veloce, ma non volevamo assolutamente derogare dalla qualità e dunque abbiamo puntato sull’artigianalità”.