Il supermercato 100% digitale Macai scommette sul quick commerce (la delivery in pochi minuti) e apre a Milano il primo dark store, ovvero un magazzino da cui consegnare la spesa ai clienti nel giro di un quarto d’ora. “Il nostro obiettivo, nei prossimi mesi, è quello di andare a costruire nuove abitudini di consumo diventando un punto di riferimento per la spesa online”, spiega l’azienda nata nel 2020. “Siamo convinti che tra 5 anni sarà normale ordinare la propria spesa e averla consegnata a casa in pochi minuti”.
Il servizio, attivo solo tramite app a partire da oggi, giovedì 20 maggio, è al momento disponibile nelle zone milanesi di: Stazione Centrale, Repubblica, Turati, Moscova, Quadrilatero della Moda, Isola, Loreto, Buenos Aires, Zara, Città Studi, Cassina de Pomm, Casoretto, Maggiolina, Lazzaretto, Varesine. Il range di prodotti è ampio, e spazia dal tonno in scatola agli articoli per l’igiene della casa, dalla pasta artigianale, ai vini. Le consegne vengono fatte con biciclette, “quanto prima totalmente elettriche, in modo da avere un impatto ambientale quanto più neutro possibile”.
Il piano, spiega Macai, è quello di lanciare più di 40 dark store entro fine anno, di cui una buona parte in Italia e circa un terzo all’estero.
Non solo, l’azienda sta anche lavorando a un primo aumento di capitale con investitori sia italiani che esteri, tra cui statunitensi e inglesi, “che permetteranno di dare un’importante accelerata al progetto già in questa prima fase iniziale”.
Partito come un supermercato completamente online, nel giro di poche settimane Macai è arrivato a fatturare varie centinaia di migliaia di euro con una copertura geografica di oltre 100 province. Dopo un’analisi dei feedback di mercato, il team ha deciso di evolvere il modello, andando in direzione quick commerce, e quindi la consegna super veloce, nel giro appunto di 15 minuti circa, grazie ai magazzini di prossimità, i cosiddetti dark store.
Come sottolineato da Macai, il mercato della Gdo in Italia vale oggi circa 180 miliardi di euro. Considerando che prima del lockdown la percentuale delle vendite online era inferiore all’1% mentre ora si stima che arrivi al 10% nel giro di sei anni, il settore offre un’opportunità di circa 20 miliardi.