Meglio del vino, a Lvmh stanno andando soltanto i gioielli. Sulla base dei dati di bilancio dei primi nove mesi 2015, il comparto wine&spirits del gigante del lusso mondiale mostra infatti un incremento del 19% rispetto allo stesso periodo 2014, che si riduce al 7% a cambi costanti. Il giro d’affari complessivo dei prodotti alcolici sfiora i 3,2 miliardi di euro nei primi tre quarter contro i 2,62 di un anno fa, facendo meglio (per tasso di crescita) della pelletteria e della cosmesi, che si “fermano” al +16%, ed uguagliando il passo del selective retailing. Parrebbero dunque assorbite le conseguenze della crisi cinese, le cui avvisaglie si manifestarono in casa Hennessy (marchio leader del cognac controllato da Lvmh) con un accumulo di stock d’invenduto a partire dall’adozione della cosiddetta legge anticorruzione. Il comunicato che accompagna la pubblicazione dei dati precisa che la crescita degli Champagne è pari al 5% in volume grazie alla buona performance nei principali mercati di destinazione e che per Hennessy il progresso è a due cifre (+12%) proprio grazie al rimbalzo registrato nelle spedizioni in Cina e alla conferma del momento eccellente per le vendite negli Stati Uniti. Tra gli altri prodotti, il comunicato di Lvmh cita il whisky Glenmorangie e la vodka Belvedere, entrambi in rapida crescita. Intanto nell’universo wine di Bernard Arnault si rafforzano le posizioni di due manager italiani. Francesca Terragni, nel gruppo dal 1998 e già alla direzione marketing e comunicazione per l’Italia di Krug, Ruinart e dei vini della divisione Estates&Wines, ottiene l’estensione della nomina per tutti i marchi dello champagne (aggiungendo Dom Pérignon, Veuve Clicquot e Moët&Chandon) e per gli spirits: tali posizioni sono state liberate da Cristiano Talassi, che si trasferisce a Parigi e diventa il nuovo direttore internazionale marketing e comunicazione degli champagne Moët&Chandon e Mercier.