Il contributo delle bollicine Ferrari (79 milioni di euro) ha permesso al Gruppo Lunelli di ottenere un incremento di circa il 6% nel corso del 2019, esercizio chiuso a livello di preconsuntivo con 107 milioni di fatturato consolidato. Un anno record, dal quale a Trento pensano di poter ripartire nel 2021, considerando l’inevitabile pausa di riflessione rappresentata dall’anno in corso. Il presidente Matteo Lunelli afferma: “Siamo andati particolarmente bene nell’ultimo triennio ed avendo un numero limitato di bottiglie a disposizione, ma anche spalle solide, possiamo sostenere il rallentamento di ordini in atto”. Peraltro, precisa Lunelli, il periodo migliore per i consumi di spumante è legato all’ultima parte dell’anno e quindi il danno generato dalle mancate vendite al canale horeca di questi mesi potrebbe essere anche limitato. Tutto naturalmente dipenderà da quanto si protrarrà l’emergenza.
Tornando al 2019, Lunelli evidenzia il record di vendite per le etichette Ferrari, con 5,8 milioni di bottiglie. Il brand del Trentodoc si è affermato come leader per le bollicine italiane nella classifica delle vendite a valore e il gruppo Lunelli è in vetta alla graduatoria per fatturato in grande distribuzione organizzata. Quanto al prestigio, è stato un anno di trionfi per i grandi millesimati di casa Ferrari, con i 98 punti ottenuti dal Giulio Ferrari Rosé (annata 2006) e i 97 del Giulio Ferrari Riserva del Fondatore (2007) nella guida di Wine Advocate, ma anche e soprattutto con la pioggia di riconoscimenti giunti dall’ultima edizione dello Champagne & Sparkling Wine World Championships. Lunelli ricorda inoltre la presenza delle bollicine Ferrari in un numero sempre più importante di eventi e il lancio della prima etichetta dedicata al mercato giapponese, Ferrari Hommage, presentata lo scorso aprile a Roma in occasione della visita del primo ministro nipponico Shinzo Abe.
La crescita dello scorso anno non era affatto scontata, spiega il presidente del Gruppo Lunelli, perché i millesimati di casa Ferrari sono contingentati. Alla base di tutto c’è il successo del nuovo Maximum, che ha permesso la spinta in horeca, oltre all’ottimo andamento delle etichette Brut e Rosé in grande distribuzione.
In prospettiva, i programmi di Lunelli non cambiano nonostante le incertezze legate al momento davvero particolare, per usare un eufemismo, in ambito ristorazione. “I beni di alta gamma – afferma il presidente, da quest’anno a capo anche di Fondazione Altagamma – sono i primi a riprendersi quando la situazione torna alla normalità. I piani di investimento del gruppo rimangono validi, a cominciare dal nostro progetto di accoglienza per il quale abbiamo ottenuto le necessarie autorizzazioni e che caratterizzerà i prossimi cinque anni. Abbiamo inoltre acquistato dei vigneti, durante l’anno, per sostenere la crescita futura”. Quanto al fuori casa, Lunelli precisa: “Era in crescita da molti anni, ora purtroppo si invertirà il trend. Fortunatamente, anche da casa, gli italiani sembrano non aver perso la voglia di condivisione che ha caratterizzato gli ultimi tempi. Quando sarà possibile farlo, le persone torneranno a cercare momenti di socialità e di incontro. La coesione di comunità è un sentimento che si tramuterà in energia vitale nel momento della ripresa. E se manterremo tutti questa coesione, sarà una ripresa particolarmente energetica”.
Il 2019 è stato un anno importante anche per Bisol, che ha compensato il calo in Gran Bretagna (causato da Brexit e dalla svalutazione della sterlina) con il rafforzamento negli Stati Uniti, costruito sul valore e sul suo dna di Prosecco Superiore docg. “Negli Usa – conclude Lunelli – stiamo costruendo un ambizioso progetto di posizionamento per Bisol”.