Per le vendite online del vino, l’Italia è ferma all’anno zero. Il secondo produttore al mondo dopo la Francia si colloca tra gli ultimi Paesi per il tasso di penetrazione del canale online, che si attesta allo 0,2% nel 2014 con un valore di mercato di circa 24 milioni di euro; il giro d’affari dell’e-commerce francese, ben lontano dalla saturazione, è di oltre 850 milioni di euro. I dati sono contenuti nello studio effettuato da Alkemy, primo digital enabler italiano, sull’evoluzione del canale digitale. L’arretratezza italiana emerge non solo dal confronto con la Francia, dove l’indice di penetrazione è del 5,8%, o con la Gran Bretagna, che tocca quota 6,8%, ma anche rispetto al dato mondiale, pari all’1,8 percento. La carenza di player di riferimento nella vendita del vino online, sostiene Alkemy, è alla base di questo mancato sviluppo. Ne deriva una perdita di opportunità soprattutto per i player di fascia medio/alta, considerando che il prezzo medio per bottiglia dell’online è tra i 12 e 15 euro contro i 3-5 euro del canale tradizionale. Le prospettive di crescita sono peraltro evidenti: il giro d’affari mondiale 2014 del vino online ammonta a 6 miliardi di euro e, secondo la scuola di management di Bordeaux, è destinato a crescere nel 2015 fino a raggiungere i 6,5 miliardi di euro. Il canale digitale è progredito di oltre il 10% l’anno a partire dal 2012, che è il maggior tasso di crescita in ambito retail (escluso l’horeca). “Quello della distribuzione online del vino – dichiara Matteo Bellomo, responsabile e-commerce di Alkemy – è un settore particolarmente vivace e in evoluzione e poco esplorato da parte dei produttori nostrani. A nostro avviso si tratta di un settore in grado di esprimere potenziali interessanti grazie anche all’attitudine, sempre più diffusa da parte del consumatore, di approfondire lo studio, la ricerca e il procurement di prodotti enogastronomici di alta qualità”. Tra i modelli di business per la vendita del vino online emergono il flash sales (prezzi scontati per periodi limitati, adottato da siti quali Tannico e Svinando), catalogo (approccio tradizionale, utilizzato da Xtrawine e Vino75), marketplace (sito come mezzo per la compravendita tra privati, utilizzato da eBay vino), subscription (su abbonamento, proposto da Vinitaly Wine Club e Tannico Club) e social commerce (fondato su gruppi d’acquisto e adottato da Vinix).