Le bollicine metodo classico del Trentino crescono a piccoli passi. Nel triennio 2012-14, gli spumanti della denominazione Trentodoc hanno messo a segno un progresso medio del 6% annuo, chiudendo l’ultimo esercizio a 7 milioni di bottiglie vendute per un valore totale di circa 70 milioni di euro. Lo scorso anno, il numero di bottiglie messe in cantina in attesa della maturazione è stato pari a 8,5 milioni. In evidenza, i top di gamma, ovvero millesimati e riserve, con un passo di crescita due volte superiore alla media (+13%). Storicamente legati al consumo interno, gli spumanti trentini stanno ottenendo risultati importanti anche all’estero: la quota export è arrivata al 20%, per la metà con destinazione Europa e per l’altra metà originata da Stati Uniti, Canada e alcuni paesi di Asia e Oceania. Intanto il consorzio di tutela si arricchisce di due nuovi associati, che portano a 43 il numero delle case spumantistiche aderenti all’istituto Trento Doc. Si tratta di Rovere della Luna, fondata nel 1919, che debutta nella produzione di spumante con un brut e un rosè entrambi millesimati, e della cantina Maso Poli, della famiglia Togn (proprietari anche di Gaierhof, già associato) che lancia uno spumante da uve chardonnay in purezza. L’occasione per la presentazione dei nuovi soci è arrivata, la scorsa settimana, con l’appuntamento “Trentodoc, Bollicine sulla Città” 2015, durante il quale le cantine Moser, di proprietà dell’ex ciclista recordman dell’ora Francesco Moser, hanno lanciato il loro primo Trentodoc millesimato versione rosato. “I numeri confermano la coerenza del nostro percorso, l’attenzione alla qualità, ed il valore di un territorio unico e straordinariamente vocato” dichiara Enrico Zanoni, presidente dell’Istituto Trento Doc, che parla di sicuri indicatori di “ulteriori scenari di sviluppo”.