L’hotellerie italiana sta crescendo a un passo più rapido rispetto al resto d’Europa. Ad affermarlo è il rapporto presentato alla Bit di Milano e dedicato alle catene alberghiere italiane, con i primi risultati per il 2018 e con le prospettive per il 2020, curato da Università Bocconi, Confindustria Alberghi, Gruppo Cassa Depositi e Prestiti e Horwath Htl.
Nel 2018, secondo quanto riportato nel rapporto, il numero di alberghi di catena ha raggiunto le 1.600 unità in Italia, con un incremento del 6,5% rispetto al 2017, per un totale di circa 172 mila camere (+4,7%), pari al 15,8% dell’offerta totale.
La crescita dei gruppi made in Italy è più veloce di quella degli internazionali: nel lungo periodo, dal 2013, gli hotel di catene italiane sono cresciuti del 28% contro un 8% degli internazionali. Inoltre, per la prima volta in Italia, è stato tracciato l’identikit dei primi 10 gruppi italiani per fatturato, un cluster che oggi vale il 20% del totale delle camere di catena e che nel 2017 ha fatturato 870 milioni di euro. Secondo le previsioni di Zoran Bacic, senior partner & managing director di Horwarh Htl, il cluster supererà 1 miliardo di fatturato nel 2020.
In termini generali, la classifica per numero di hotel e di camere vede svettare Best Western con 154 strutture e una quota di mercato pari al 6,4%, davanti ad Accor (5,7%) e Marriott (5,5%). A seguire Nh Hotels (4,3%) e Gruppo Una (2,7%).
Sono 120 gli hotel in arrivo entro il 2022, per un investimento stimato in oltre un miliardo di euro. Ed è Roma la città più attrattiva, con 2.600 camere nuove previste entro i prossimi tre anni.