Fino a due anni fa la produzione era ferma a 400mila bottiglie, ma dopo lo stop-and-go del covid la Docg Colline Teramane ha messo il turbo. Nel 2022 l’imbottigliato ha infatti raggiunto quota 600mila bottiglie (che significa +50%, ma con numeri così piccoli è facile crescere a due cifre) e ora l’obiettivo è consolidare, mantenendo la concentrazione sulla qualità.
Non c’è un dato misurato rispetto ai valori, ma “considerando che i vini Docg rappresentano la fascia più alta nella produzione di ogni azienda del territorio, si può presupporre che la crescita in valore sia stata anche maggiore”, osserva il presidente del Consorzio di tutela Enrico Cerulli Irelli. E nel brindare quest’anno al ventennale della Docg per il Montepulciano d’Abruzzo Colline Teramane – correva l’anno 2003 quando un gruppo di cantine fondatrici puntò sulla valorizzazione del rosso prodotto in 33 comuni della provincia di Teramo – il Consorzio guarda alle nuove sfide sui mercati internazionali.
“Il bacino di riferimento per l’export restano gli Stati Uniti, che l’anno scorso ha visto un recupero forte – riferisce il presidente – grazie anche al riconoscimento dell’Abruzzo come ‘Wine region of the Year’ da parte del magazine Wine Enthusiast. È un mercato grande nel quale penso ci sia ancora molto da fare come Colline Teramane, perché in un contesto interessante per un consumo maturo può trovare spazio un vino abruzzese di fascia più alta. Anche il Canada, nonostante la limitazione dei monopoli, può crescere anche grazie alla presenza di una densa comunità abruzzese”. Gli altri due bacini target sono il nord Europa, che sta crescendo per interesse, e verso Oriente il Giappone, mercato maturo abbastanza per assorbire i prezzi della Docg (pur sempre accessibili, ma più alti rispetto al Montepulciano d’Abruzzo).
“Scegliere il Colline Teramane significa saper riconoscere il valore del vino a prescindere dal prezzo – evidenzia il presidente Cerulli Irelli – nel senso che se ne comprende la peculiarità senza riferimenti di brand. D’altro canto, il Montepulciano ha purtroppo la tendenza a essere sottovalutato e dato che il prezzo dei Colline Teramane è quasi doppio è necessario che un buyer sia in grado di capirlo e di sceglierlo”.
“In questi vent’anni abbiamo affermato l’esistenza del luogo Colline Teramane – prosegue il presidente – conferendogli quella importanza che hanno alcune zone per le loro regioni: penso alla Valpolicella per il Veneto, alla Franciacorta per la Lombardia. Grazie al lavoro dei viticoltori si è delineato nell’immaginario collettivo degli abitanti e dei visitatori un confine geografico e produttivo”.
Per spingere su questa identità, il Consorzio mira a una sinergia forte con il Consorzio Vini Abruzzo per la promozione in Italia e attende l’approvazione delle modifiche al disciplinare, che avranno come conseguenza l’inserimento della tipologia ‘Superiore’ e la possibilità di indicare in etichetta la Vigna.