Nato in Italia e cresciuto in Brasile, il format del gelato a marchio Le Botteghe di Leonardo si appresta a sbarcare negli Stati Uniti. Si tratta di un mercato potenzialmente straordinario per il prodotto anche perché, osserva il CEO Eugenio De Marco: “Il gelato italiano negli Usa è quasi assente, se paragonato con la diffusione dell’ice cream, e ci sono tutte le possibilità di ottenere una crescita importante. Per questo stiamo valutando un ingresso attraverso una partnership con un’azienda esistente. Essere entrati nel mercato brasiliano in prima persona, costituendo una filiale locale e aprendo negozi diretti, è stata una mossa importante per studiare un piano di crescita per l’America Latina e subito dopo per il nord America”.
Oggi avete 12 negozi tra Italia, Svizzera e Brasile. Perchè avete scelto proprio il Brasile per uscire dai confini europei?
Abbiamo pensato che il potenziale del Brasile fosse altissimo per un marchio di gelateria e in generale per un brand legato al made in Italy. L’ingresso è avventuo con un forte adattamento al mercato, in qualche modo abbiamo tropicalizzato la marca e ampliato l’offerta, perché i brasiliani vogliono abbinare il gelato con prodotti di pasticceria e caffè d’accompagnamento. Successivamente abbiamo portato la formula rinnovata a Milano, aprendo un punto vendita all day long dove ci siamo spinti fino al light lunch e al tè del pomeriggio. Il Brasile, in sostanza, ci ha dato la possibilità di fare “cross country” portando nuovi elementi dal Brasile all’Italia, e viceversa.
Quest’anno cosa avete in cantiere?
In Italia posso già confermare le aperture di Sorrento, una nuova a Milano, un’opportunità da cogliere a Firenze o a Roma. In Brasile abbiamo appena aperto il secondo store a Rio de Janeiro e ora stiamo sviluppando il modello di franchising, per testarlo e poter poi effettuare due nuove aperture nel secondo semestre, in attesa di un piano più aggressivo nel 2019 considerando che il contesto economico brasiliano dovrebbe migliorare dopo le elezioni politiche.
Quanto del vostro fatturato dipende dai negozi diretti e quanto dalle produzioni di gelato private label destinate ad altre realtà?
Siamo sul 70% di vendita diretta in negozi di proprietà, 15% di franchising e 15% di produzioni per terzi.
Come si è chiuso il 2017 e che previsioni avete per il 2018?
Nel 2017 abbiamo ottenuto 4,8 milioni di euro di fatturato diretto e indiretto, con un aumento del 50% anno su anno. La previsione per l’anno in corso è di 6 milioni di fatturato diretto e indiretto al netto delle operazioni straordinarie.
Che potenzialità ci sono nello sviluppo di format di gelateria italiana nel mondo?
Penso che sia stato fatto davvero poco rispetto al potenziale. Tranne qualche eccezione, ad esempio Amorino, i tentativi di creare una rete di store fondati sul gelato si sono rivelati vani. Nell’avvio dei progetti credo che ci sia tanta improvvisazione e un approccio spesso semplicistico, perchè si pensa che gelato sia un prodotto a elevatissimo margine, e in parte è vero, ma il margine si riduce di gran lunga quando c’è la qualità… Inoltre il modello prevede volumi esagerati e un ticket medio basso e se si incappa in errori, le operazioni rischiano di saltare in breve tempo. Occorrre pertanto intercettare un modello di business giusto e noi siamo piuttosto fiduciosi di averlo saputo inquadrare, perché Le Botteghe di Leonardo ha delle precise peculiarità legate non solo al prodotto, di alta qualità e basato sull’utilizzo di ingredienti naturali, ma anche all’ambiente e al servizio.