Quel termine Montepulciano presente in entrambe le denominazioni, il Vino Nobile di Montepulciano da un lato e il Montepulciano d’Abruzzo dall’altro, aveva creato in passato diverse querelle, fino ad arrivare a un ricorso dei toscani presso la Corte europea di Giustizia successivamente ritirato a seguito dell’accordo siglato nel 2012 tra le parti. Ora però c’è un elemento distintivo che dovrebbe contribuire a risolvere, in particolare all’estero, la confusione tra i due differenti vini. Con una delibera dell’8 luglio, la Regione Toscana ha approvato la modifica del disciplinare del Vino Nobile, Rosso e Vinsanto di Montepulciano che, dopo l’approvazione della modifica da parte del Ministero dell’Agricoltura, dovranno avere in etichetta la parola “Toscana”.
“Un passo in avanti storico nei confronti del consumatore”. Così Andrea Rossi, presidente del Consorzio di tutela del Vino Nobile, commenta l’approvazione della delibera che accoglie la richiesta unanime dell’interprofessione. “Questo permetterà di apportare maggiore chiarezza in tutti quei consumatori, soprattutto stranieri, che ancora oggi fanno confusione con la denominazione abruzzese”.
Proprio l’accordo di pace tra le denominazioni raggiunto nel 2012 è all’origine del successivo percorso che ha portato alla modifica del disciplinare e all’aggiunta del termine Toscana in etichetta. Fu con quel protocollo d’intesa che i due consorzi si impegnarono ad intraprendere iniziative che favorissero la corretta identificabilità dei due vini ed in particolare dei rispettivi territori di origine. A questo punto la parola definitiva passa al ministero delle Politiche agricole, che difficilmente si esprimerà contro, per poi portarla all’esame del Comitato Nazionale Vini. Una volta concluso l’iter, entrerà in vigore l’obbligo di inserire, nell’etichetta delle tre denominazioni di Montepulciano, il brand Toscana.
Il Nobile di Montepulciano attraversa un momento abbastanza problematico a livello di mercato. All’ultima edizione della sua Anteprima, è stato calcolato attorno al sistema vini di Montepulciano un business di circa 500 milioni di euro tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. La suddivisione è la seguente: 200 milioni di valore patrimoniale delle aziende agricole, 150 milioni di valore dei vigneti, 65 milioni di valore medio annuo della produzione vitivinicola. Il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati e di questi gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano docg sono 1.250, mentre sono 400 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano doc.
Per rilanciare il Nobile, alcuni tra i produtttori più rilevanti della denominazione hanno costituito un accordo, denominato Alliance Vinum, da cui è nato un progetto fondato dui cru di Sangiovese in purezza. Le aziende che hanno aderito all’alleanza di Montepulciano sono Avignonesi, La Braccesca (Antinori), Boscarelli, Caterina Dei, Poliziano e Salcheto. La loro scelta per evitare la confusione con l’Abruzzo era stata quella di mettere in evidenza la parola Nobile, ponendo in secondo piano la località di Montepulciano. “Nel mondo, il termine Nobile ha una magnifica connotazione, e dobbiamo rendergli la posizione che merita”, ha affermato Max de Zarobe dell’azienda Avignonesi. “Sei produttori si sono uniti con uno scopo preciso: scambiarsi idee per ridare lustro a una denominazione che si era appannata. Il filo conduttore è stato ritrovato nel Sangiovese, che è l’identità chiara di Montepulciano”, ha aggiunto Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori.