Il mercato della ristorazione in Europa tornerà ai livelli pre-pandemia nel 2023. Questo è l’outlook emerso dal nuovo studio Foodservice Market Monitor condotto da Deloitte, che registra un ritmo di crescita pari al +6,8% Cagr 21-26. Per il Nord America, che ha un calo più contenuto da colmare, il ritorno ai livelli del 2019 potrebbe realizzarsi già entro l’anno in corso.
A guidare il rimbalzo sono i servizi di cafè e bar con una crescita dell’8,1%, seguiti da street food con +5,6% e full service restaurant che vede una spinta del 5,7 per cento. Considerando le prospettive di ripresa per singolo settore, il ritorno ai livelli pre-pandemia per il quick service restaurant, riferito ai fast food o delivery, potrebbe avvenire già nel 2022, mentre bisognerà aspettare il prossimo anno per i full service restaurant e street food, e il 2024 per la tipologia di café e bar.
Lo studio analizza anche la performance della cucina italiana nel mondo, che ha registrato un 2021 positivo. La crescita l’anno scorso, infatti, è stata a doppia cifra, pari al +25% rispetto al periodo precedente, risollevando il valore fino ai 205 miliardi di euro. Dopo una contrazione del -30% registrata nel primo anno di pandemia, lo slancio positivo del 2021 ha riavvicinato il valore della cucina italiana nel mondo alle performance pre-Covid, quando si attestava a 236 miliardi di euro. Le aree di maggiore penetrazione si confermano Usa e Brasile con un’incidenza rispettivamente del 33% e del 28% (dopo il 94% del mercato italiano).
“Tra i ristoranti con servizio di qualità a livello internazionale la penetrazione della cucina italiana sfiora il 20%”, commenta Tommaso Nastasi, value creation services leader di Deloitte. “Il posizionamento della ristorazione italiana nel mondo, tuttavia, è in prevalenza di ‘value for money’, con una maggiore concentrazione di ristorazione ‘premium price’ nei Paesi dell’Asia”. In Italia, invece, “un terzo del mercato si posiziona nel segmento ‘low cost’. Ciò può essere in parte spiegato dalla facilità di approvvigionamento di materie prime, oltre alla ampia presenza di format quali trattorie e osterie.”