Dopo dieci vendemmie, la dop Tullum diventa “controllata e garantita” e pertanto viene promossa a docg. Il 4 luglio è stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il nuovo disciplinare che sancisce il passaggio di una delle più piccole denominazioni di origine, che si estende su 14,5 km quadrati e insiste su 300 ettari potenziali, da dop a docg, considerata il gradino più alto nella piramide qualitativa del vino italiano. Le tipologie attualmente prodotte sono: Rosso Riserva, Rosso, Pecorino, Passerina.
Tonino Verna, presidente del Consorzio di Tutela, ha affermato: “È un traguardo raggiunto grazie al saper fare squadra degli attori coinvolti in questo ambizioso progetto. La nuova Tullum docg testimonia ancora una volta la vocazione alla vitivinicoltura d’eccellenza delle terre tollesi, dietro la quale c’è storia, tradizione, identità e ricerca”.
Per l’Abruzzo si tratta della seconda docg dopo Colline teramane Montepulciano d’Abruzzo. La denominazione premia un territorio situato nella provincia di Chieti, laddove la coltivazione della vite e il consumo dell’uva e del vino hanno radici antichissime risalendo già all’epoca romana. Il centro di riferimento è Tollo, un comune che conta poco più di 4mila abitanti. Il disciplinare prevede che la vinificazione debba avvenire infatti in zona e sono escluse le uve provenienti dai vigneti in fondovalle o posti ad un’altitudine inferiore a 80 m slm. Fermo restando i vigneti esistenti, per i nuovi impianti e reimpianti la densità non può essere inferiore a 1.600 ceppi/ettaro per la pergola abruzzese e 4.000 ceppi/ettaro per i filari.
“Il nostro auspicio ora – ha concluso Verna – è che la docg Tullum dia maggiore forza alle aspirazioni di miglioramento delle condizioni produttive ed economiche di una zona da sempre vocata a ‘fare vino’ e ci auguriamo che il lavoro di conservazione e valorizzazione delle emergenze archeologiche in località San Pietro possa dare nuovo impulso allo sviluppo del territorio.”