I test effettuati a Napoli in piazza Municipio e a Bologna da Fico Eataly World hanno convinto il pastificio Di Martino a puntare sulla formula dello store con ristorazione. Nei progetti del gruppo campano della pasta, il cui giro d’affari è di circa 150 milioni di euro, compare l’inaugurazione di altri tre negozi dove consumare la pasta preparata al momento. In tutto Di Martino può contare su cinque punti vendita in Italia, di cui soltanto i due citati effettuano anche il servizio di ristorazione; gli altri tre, negli scali aeroportuali di Napoli, Bologna e Roma, si limitano alla vendita della pasta.
Le aperture nel 2019 dovrebbero riguardare l’estero. “Vorremmo inserirci nei mercati dove siamo più presenti a livello di export – raccontano in azienda – e in particolare negli Stati Uniti, in Far East e in Medio Oriente”. Si ragiona in prospettiva anche di potenziare la presenza in Italia, negli aeroporti e nei porti di riferimento per l’attracco di navi da crociera.
La ristorazione è un plus, rispetto alla sola vendita, che comunque Di Martino considera determinante per l’apertura dei monomarca perché l’essenza stessa del progetto retail consiste nella volontà del gruppo con base operativa a Gragnano (Napoli) di offrire al consumatore una gamma ampia di prodotti. “Produciamo 120 formati di pasta, ed è impensabile poter offrire anche la metà di questi in un supermercato. Poiché cerchiamo di diffondere la cultura del prodotto, diventa necessario avvicinarsi al consumatore con il progetto retail”.
Lo scorso anno, Di Martino è entrato nel mondo della pasta fresca con l’acquisizione di Grandi Pastai Italiani. All’epoca l’AD Giuseppe di Martino aveva commentato così l’operazione: “Non era mai successo che un’azienda di pasta secca acquisisse una di pasta fresca; a farlo è un’azienda del Sud, che si afferma nella patria del tortellino alla patria della pasta fresca”. Oggi il gruppo opera con sette stabilimenti e sta investendo con particolare decisione proprio nell’ambito della pasta ripiena fresca e surgelata attraverso il brand Antonio Amato, acquisito e rilanciato a partire dal 2015.