Il giro d’affari della pasta italiana in gdo è stato pari, nell’ultimo anno, a 720 milioni di euro. Come prevedibile, la pandemia ha generato un incremento degli acquisti da parte dei consumatori, che in alcuni momenti hanno accumulato vere e proprie scorte di prodotto, e infatti l’aumento delle vendite rispetto al 2019 è stato pari al 10% in valore. Dall’analisi effettuata da Iri emerge anche un incremento del prezzo medio, poiché la crescita a volume è stata praticamente meno della metà (+4,6%). Certamente un peso sulla crescita più rapida in valore l’ha avuto il blocco delle promozioni deciso dalle catene durante i mesi del lockdown.
I marchi protagonisti della maggiore ascesa, nell’ultimo anno, sono stati Rummo e La Molisana, entrambi in grado di mettere a segno un +31% di vendite. Seguono Voiello (+19%), Garofalo (+12%), Granoro (+9,5%), De Cecco (+6,8%), Divella (+6%). Il leader resta Barilla, che ha guadagnato il 2,8% arrivando a 175 milioni di venduto per una quota di mercato del 24,5% (in leggera diminuzione), precedendo De Cecco (14%) e Garofalo (8%).
Il mercato della pasta integrale, che vale circa 70 milioni di euro, vede lo sprint de La Molisana con un incremento della domanda pari al +20%. Bene le vendite anche per De Cecco (+11%). Perde quota Barilla, che detiene oltre il 25% del comparto.