Le m&a nel food & beverage sono aumentate del 129% a valore nel 2020 e le attese per il 2021 sono tutte per la ristorazione. Ad affermarlo è Pwc in uno studio focalizzato sul settore consumer che evidenzia 73 operazioni f&b concluse per il 2020, in calo del 30%, ma per un valore di 718 milioni di euro, oltre il doppio rispetto a quanto concluso nell’anno precedente.
Lo studio precisa che i settoori food e healthcare/wellness hanno registrato una buona performance nella seconda metà del 2020 e hanno catalizzato un aumento di attività m&a che ci si attende continui anche nel 2021. In questo ambito risultano particolarmente favoriti i brand con una proposizione eco-friendly e sostenibile e, nel comparto alimentare, gli alimenti bio, vegani e le proteine vegetali.
Quanto all’anno in corso, afferma in una nota Emanuela Pettenò, partner PwC Italia e consumer & markets deals leader: “Ci aspettiamo che gli alti livelli di liquidità continuino a spingere l’attività di m&a. In Italia ci attendiamo un aumento delle ristrutturazioni finanziarie ed operative, in particolare nel retail tradizionale non food, nella ristorazione e nel turismo, che sono stati i più penalizzati a livello di m&a nel 2020”.
I risultati dello studio arrivano all’indomani di una serie di operazioni rilevanti, tra cui spiccano l’acquisizione di Jermann da parte di Antinori nel wine, a cui poi è seguita quella di Botter da parte di Clessidra e Italmobiliare, e quella della società di ristorazione California Bakery da parte della società Ten Food & Beverage del gruppo Volpi.