Si chiude un anno prezioso per la grappa italiana che ha messo a segno una crescita dell’export sia in termini di valore che di volume. Secondo i dati di Assodistil, nel 2022 l’export di grappa ha fatto registrare 60 milioni di euro, in aumento del 16% sui 51,5 milioni del 2021. A volume, il distillato ha riportato un +8% a 14.990 ettanidri. Nello specifico, è la grappa in bottiglia, con 10.163 ettanidri (+7%), a fare la gran parte dei volumi, mentre la grappa sfusa, con 4.453 ettanidri esportati, segna una crescita del 9 per cento.
Tra i mercati internazionali più interessati alla grappa vi è la Germania che, da sola, concentra ben il 59% dell’export di settore, seguita da Svizzera (14%), Austria (5%), Russia, Spagna, Stati Uniti e Canada (2 per cento). Da segnalare, inoltre, il risultato nel mercato Usa (+31% di export in volume) dove da cinque anni sono attivi progetti di promozione della grappa.
In termini di produzione, la grappa, con 83mila ettanidri prodotti nel 2022, ha messo a segno un +12% rispetto all’anno precedente.
Più in generale, lo scenario produttivo delle acquaviti si presenta a due velocità: alla crescita a volume (95.410 ettanidri, +10%) fanno da contraltare “valori ben al di sotto di quanto registrato negli anni 2012-2015″, spiega Assodistil. Le acquaviti da frutta hanno registrato un volume di 10mila ettanidri prodotti (+59%), mentre le acquaviti da uva si sono attestate a 610 ettanidri (+53%). Le acquaviti di vino mostrano, invece, una forte riduzione dei volumi prodotti nel 2022 con 1.800 ettanidri (-71 per cento).
Sul numero di giugno-luglio di Pambianco Magazine Wine&Food, in uscita nei prossimi giorni, è previsto un approfondimento sul mondo grappa.