Quattro generazioni e 100 anni di storia impressi nell’arte molitoria di Molino Pasini, azienda del mantovano che produce farine di grano tenero e le commercializza in circa 60 Paesi in tutto il mondo, per una quota di export equivalente a circa il 20% del fatturato, che ha toccato quota 40 milioni di euro.
Dopo un 2020 chiuso in progressione del 3% rispetto all’anno precedente, l’azienda ha iniziato positivamente l’anno. “Siamo soddisfatti anche dei primi 9 mesi del 2021 – spiega a Pambianco Wine&Food l’amministratore delegato Gianluca Pasini -, che ci confermano un trend in crescita, non solo a valore intorno a un +6%, aiutato sicuramente da un aumento dei prezzi di vendita, ma anche a livello di volumi, che sta a significare che il mercato, nonostante tutto, sta rispondendo positivamente a questo periodo di ripartenza”.
Anche il trend del mercato estero è in forte crescita e, a esclusione del periodo anomalo della pandemia, che ha bloccato ogni sorta di scambio e movimento, i Paesi che stanno performando meglio per l’azienda di Cesole di Marcaria sono gli Stati Uniti, l’Australia e il Brasile.
A preoccupare è, però, l’aumento delle materie prime, che sta interessando tutti i settori del mercato. “Nel nostro settore per esempio, all’incremento dei prezzi del grano, con punte tra il +30% e +40%, si sommano gli aumenti che hanno interessato tutti i costi generali e in particolare quelli dei trasporti – osserva Pasini -. L’aspetto della logistica sta attraversando un momento di grande criticità: è infatti molto difficile reperire trasportatori che arrivino da fuori confine e allo stesso tempo il grano estero arriva con il contagocce, sia per ragioni speculative, ovvero si aspetta a vendere a causa del forte rialzo dei prezzi in corso, sia per motivi logistici”.
Una situazione di grande instabilità a cui Molino Pasini risponde con “investimenti continui volti ad aumentare la produttività, l’efficienza, ma soprattutto mirati a raggiungere sempre il più alto grado di sicurezza alimentare. Continueremo quindi a investire nelle ultime tecnologie disponibili e nella R&S per offrire ai nostri clienti e a tutti i professionisti i più alti standard qualitativi e di sicurezza, per delle performance senza compromessi”, continua l’AD, richiamando l’attenzione sull’impianto all’avanguardia che contraddistingue il nuovo stabilimento e che ha permesso all’azienda di aumentare la capacità produttiva da 2.000 a 3.500 quintali al giorno.
Nel frattempo, numerose sono le iniziative messe in campo dal Molino mantovano. “Sul fronte del marketing e della comunicazione non ci fermiamo mai, amiamo studiare e proporre sempre iniziative nuove, che ‘rompano gli schemi’ del mercato molitorio di cui facciamo parte – rivela Pasini -. Questo ci ha portato a costruire un’immagine ‘diversa’ e non-convenzionale, nella quale il nostro brand si muove secondo logiche che mutuano idee e suggestioni da altri mondi, ma anche e soprattutto da quelle che sono le nostre passioni: l’arte, il design, la fotografia. Sono quindi molte le iniziative che ci vedono coinvolti per far sì che il nostro brand, molto conosciuto e apprezzato tra i professionisti, lo diventi anche per il consumatore finale e si consolidi sul mercato con una brand image forte e distintiva”.
In occasione di Tuttofood, che si terrà a Milano dal 22 al 26 ottobre, l’azienda ha studiato diverse attività: dalla collaborazione con il bartender milanese Maurizio Stocchetto dello storico Bar Basso, che ha dato vita a cocktail in cui la farina è protagonista, all’ideazione di uno stand alla fiera ad ispirazione ‘green’, dove due nuove referenze Pizza, per pizza soffice e pizza croccante, affiancheranno il preparato per Gnocchi e la Primitiva, per arrivare alla presentazione dell’ultimo numero del magazine aziendale Il Mugnaio, questa volta dedicato interamente al pane, come simbolo di rinascita, e firmato Lissoni GraphX.
“Contemporaneamente, siamo già proiettati al Natale, che quest’anno vedrà protagonista la nostra terza latta d’autore, dopo la latta firmata dall’artista Nathalie Du Pasquier nel 2019 e dall’architetto Piero Lissoni nel 2020, oggetto da collezione diventato iconico che racchiude al suo interno un grande lievitato natalizio del pastry chef Andrea Tortora“, conclude il CEO.