La cucina italiana nel mondo cresce nel 2022, arrivando a generare un valore complessivo di 228 miliardi (+11% sul 2021), cifra che sfiora i 236 miliardi registrati nel 2019, ultimo anno pre-Covid. Circa il 60% del valore totale italiano è generato dai soli Cina e Stati Uniti. Nel complesso, secondo quanto riportato dal report Foodservice Market Monitor ‘Frontiere evolutive per il settore del Foodservice’ realizzato da Deloitte, la ristorazione mondiale ha toccato quota 2,6 trilioni di euro.
A livello globale, il foodservice è risultato composto al 46% da ristoranti full service (quelli tradizionali) che contano un’elevata concentrazione in 10 Paesi che coprono il 78% del mercato totale – la cucina italiana presenta una significativa penetrazione della categoria (19%) – mentre poco più del 30% è invece rappresentato dai quick service restaurant, ovvero i fast food. La parte restante è composta da bar e caffè (15%) e street food (6 per cento). Nell’anno, le catene hanno messo a segno una crescita del 19,4% complice soprattutto il Nord America, arrivando a rappresentare un terzo del mercato globale (la restante parte è rappresentata dai ristoranti indipendenti), mentre il delivery ha aumentato la sua share sul mercato totale passando dal 5% del 2016 al 19% del 2022. In termini geografici, la regione Asia Pacifico rappresenta il 41% del totale del mercato della ristorazione, seguita da Nord America (27%) ed Europa (19 per cento).
“La pandemia ha modificato i gusti dei consumatori che sono sempre più attenti ai temi legati alla sostenibilità, mostrando maggior interesse verso le soluzioni plant-based e ai prezzi, per via della forte inflazione registrata nel 2022″, ha commentato Tommaso Nastasi, partner e value creation service leader di Deloitte Italia. “Anche la diffusione del lavoro ibrido ha sensibilmente modificato le abitudini dei consumatori, che prediligono consumare pasti fuori casa nell’orario serale piuttosto che a pranzo. Infine, la ripresa del turismo ha dato un notevole contributo alla ripresa del mercato della ristorazione, aumentando i flussi di visitatori, più propensi a spendere (il segmento travel è infatti quello che ha evidenziato la crescita maggiore pari al +43%, ndr)”.
Focalizzandosi sulla cucina italiana, emerge come nel Bel Paese i ristoranti full service rappresentino la metà del mercato, un dato che rende l’Italia il primo Paese europeo per dimensioni in questo segmento e il sesto a livello mondiale. Il 31% è invece rappresentato dai fast food, il 19% dai café e bar e l’1% dallo street food. Le catene, invece, rappresentano ‘solo’ il 9% del totale, anche se la categoria ha registrato un notevole incremento nell’ultimo anno (+44,4%) “in cui si è osservata una significativa riduzione dei ristoranti indipendenti, gravemente colpiti dalle restrizioni della pandemia”, recita lo studio.
A livello di posizionamento, i ristoranti di cucina italiana sono principalmente classificati nel mondo come value-for-money, ovvero quelli che presentano un buon rapporto qualità-prezzo. I ristoranti premium price sono maggiormente concentrati nei Paesi asiatici.
Secondo le stime, il mercato mondiale del foodservice crescerà nei prossimi anni con un tasso di crescita annuo (Cagr) 2022-2027 del +4,5%, principalmente trainato dai Paesi asiatici (+6,4 per cento). Nord America ed Europa, invece, dovrebbero crescere a un tasso inferiore rispetto al mercato globale, rispettivamente con un Cagr del + 2,5% e +2,8 per cento. I ristoranti full service, infine, continueranno a essere la tipologia prevalente nei prossimi anni, con un Cagr del +4.7 per cento. Caffè e bar saranno le categorie maggiormente in crescita con un Cagr prospettico di +4,8 per cento.