Si rafforza la squadra del consorzio Italia del Vino, che comprende alcuni tra i gruppi più importanti del panorama vitivinicolo per propensione all’export. L’ultimo ingresso è quello di Norante di Majo, realtà leader del Molise e rappresentata commercialmente in cinque continenti con ampia copertura in Canada, che diventa il quattordicesimo componente del consorzio dopo il recente arrivo di Cantina Mesa, azienda fondata dal pubblicitario Gavino Sanna e dunque rappresentante della produzione vinicola della Sardegna. Intanto il presidente di Italia del Vino, Andrea Sartori, punta a inserire almeno altri due nomi per arrivare a una copertura completa del panorama geografico nazionale, che di per sé sarebbe già stata raggiunta in quanto il consorzio è formato da gruppi che operano con varie aziende in più regioni, tra cui Gruppo Italiano Vini, Ferrari Fratelli Lunelli, Santa Margherita e la stessa Sartori, presente in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Abruzzo.
“Le priorità – spiega Sartori a Pambianco Wine – a mio avviso riguardano Sicilia e Abruzzo. Ci manca, in particolare, un marchio siciliano superleader, al pari di una bella realtà tra Marche e Abruzzo. Intanto abbiamo ottenuto un buon risultato con l’ingresso di Norante Di Majo, che sarà ufficialmente presentata durante il prossimo Cda”.
Tra le attività previste per il secondo semestre spicca l’incoming di una delegazione di sommelier americani che visiterà alcune delle aziende associate, mentre per il 2017 viene confermata la presenza in fiera a Prowein con uno stand da circa 500 metri quadrati a Dusseldorf che comprenderà la parte ristorazione e per il 2018 è già stato deciso il ritorno a Vinexpo Hong Kong. È invece in dubbio la presenza di Italia del Vino a Vinexpo 2017, che si terrà a Bordeaux. “I commenti raccolti tra le aziende che hanno partecipato lo scorso anno – dice Sartori – non sono stati particolarmente positivi. In ogni caso, tra le tre grandi fiere mondiali (Vinexpo, Prowein e Vinitaly, ndr), quella francese resta la più debole”.
Dal punto di vista politico, Sartori auspica che la collaborazione con l’altro consorzio di aziende orientate all’export, Istituto Grandi Marchi, riesca a incidere con più efficacia sulle scelte strategiche da parte governativa, come avvenuto in occasione della proposta dei decreti per la promozione all’estero del vino italiano quando fu chiesta al Mipaaf una revisione dei criteri affinché non fossero penalizzate le aziende più forti e orientate ai mercati “maturi”. Infine, una sferzata alle rappresentanze nazionali, Federvini e Unione Italiana Vini. “L’auspicio di molti imprenditori – conclude Sartori – è che finalmente le due associazioni possano diventare una sola, in rappresentanza di tutto il comparto vitivinicolo, perché andare avanti con due Cda dove spesso siedono gli stessi consiglieri, ma che su vari punti esprime pareri esattamente opposti, ha francamente del pittoresco…”.