Tutto si gioca nell’ultimo trimestre del 2022 per il Polo del Gusto. Il gruppo controllato dalla famiglia Illy – nel 2021 oltre i 100 milioni il fatturato aggregato – ha chiuso il terzo trimestre in positivo, con crescita tendenziale dal 2 a oltre il 10 per cento per le controllate, ma il forecast non può non tener conto delle ombre che la crisi energetica, le dinamiche inflattive e la crisi geopolitica internazionale gettano sulla congiuntura.
“Gli inglesi direbbero so far so good – conferma a Pambianco Wine&Food Riccardo Illy, presidente del Polo del Gusto – nel senso che il 2022, fino a fine settembre, è andato bene. È andato meglio dei budget, meglio del 2021 e anche del 2019. Quest’anno però non possiamo dare per scontato di arrivarci, è presto per dirlo. L’ultimo trimestre è il più importante, perché tutte le società generano un fatturato importante in vista del Natale – tra i dolci e il cioccolato, il tè nelle confezioni regalo, il nuovo Rosso di Montalcino di Mastrojanni che esce come strenna – però siamo preoccupati perché la guerra in Ucraina pesa su costi energia e materie prime e non possiamo escludere l’arrivo di una recessione”.
Quella di Illy è una forma di prudenza preventiva, perché al momento tutti questi fattori pesano ancora poco. “Abbiamo un impatto dai costi dell’energia abbiamo ritardi su bottiglie, etichette, cartoni, packaging, problemi gestibili”, spiega il presidente. “Ciò che più ci preoccupa è invece la tendenza del consumatore a rallentare. L’Italia è ancora poco toccata, ma in Francia la cautela è più sensibile. La gente riduce le spese superflue; si sente la frenata dell’economia e questo può impattare sulle nostre vendite”.
Per questo le società sono state molto prudenti nel forecast, nonostante un Q3 chiuso con un +2-3% sul budget per Damman Freres e oltre il +10% per altre società del gruppo.
Il presidente rimane ottimista. “Se la recessione sarà breve, potrebbe non avere un impatto pesante sulla nostra economia – dice – ma se invece si andrà in negativo per sei mesi o un anno sarà pesante. Credo però si possa raggiungere una tregua tra Russia e Ucraina e che questo possa stoppare la recessione”.
Nel frattempo, il Polo del Gusto non rimane alla finestra. La ‘complessità’ della struttura societaria e la diversità dei mercati – riferisce Illy – ha reso impraticabile l’ingresso di un partner finanziario di gruppo. “Stiamo invece negoziando con due investitori istituzionali, disponibili a condividere progetti di lungo termine, per un intervento diretto sulle controllate – annuncia – e questo può condurci a raggiungere una dimensione che permetta a Dammann e Domori di essere quotate. Cederemo un 20/25% delle quote di Dammann, facendo cassa per consolidare il Polo e realizzare potenzialmente nuove acquisizioni”. Invece per Domori “si prevede un rafforzamento del patrimonio. Ci sarà un alleggerimento dell’impegno in Prestat Group (la mini-holding che controllava Prestat e la produttiva Marasu e che più di recente ha acquisito Rococò) le cui dimensioni giustificano oggi l’entrata di un partner per spingere la crescita delle società”.
La prospettiva è dunque di consolidamento di Dammann per linee interne, puntando soprattutto sull’export, ripartito bene con l’apertura di corner e nuove boutique in licenza in Francia, una strategia che si vorrebbe replicare anche per Domori, dove però potrebbero realizzarsi nuove operazioni di M&A.
Intanto stanno procedendo i lavori di ristrutturazione del nuovo stabilimento Domori a None (Torino), che dovrebbe essere disponibile entro pochi mesi per la logistica. Un asset rilevante, visto l’aumento dei costi, dato che in Italia l’integrazione è totale per il Polo del Gusto. “Domori si occupa della vendita e distribuzione dei prodotti di tutte le società del gruppo – rimarca Illy – e con il nuovo stabilimento avrà la possibilità di gestire tutto il magazzino in una struttura di proprietà. I vantaggi di un lavoro integrato si vedono a livello di vendite, consegne e fatturazione”.
Sinergie importanti, che riguardano l’intera filiera e che si realizzeranno appieno nel primo negozio plurimarca “il cui lancio è previsto nei primi mesi del 2023 a Nordest, a Padova o a Trieste” – annuncia Illy – e nelle vendite online.
“Il progetto dei plurimarca guarda a città di medie dimensioni – spiega – mentre i monomarca sono rivolti a quelle più grandi (come il negozio Domori appena aperto in piazza San Carlo a Torino). Il nuovo format integra prodotti di cioccolato dei brand Domori e Prestat, il Gelato Libre di Gianluca Franzoni (fondatore di Domori), oltre a Dammann, Pintaudi e Matrojanni”.
È evidente che il motore del Polo del Gusto continua a muoversi. E dalle parole di Illy traspare una soddisfazione non troppo nascosta. Dammann prosegue la crescita in Francia e in mercati strategici come Giappone e Sud Corea, ma non mancano aperture in Italia.
Anche Domori – che a breve vedrà un avvicendamento nel ruolo di amministratore delegato tra Lamberto Vallarino Gancia e Edoardo Pozzoli – si espande a livello internazionale.
La dolciaria Pintaudi – acquisto recente, con la quota del Polo salita dall’85 al 97% – dovrebbe raggiungere il raddoppio di fatturato (arrivando a 2 milioni). E poi? “Stiamo concludendo le operazioni con una società che produce confetture e succhi di frutta bio – aggiunge Illy – e proseguono i negoziati con un’azienda vitivinicola piemontese di cui acquisiremo una quota di minoranza. Stiamo pensando anche alle caramelle, valutando alcuni marchi. Come per il cioccolato, l’idea è reinventare la caramella, creandone una 100% naturale con frutta, fiori, semi, mandorle, pistacchi per avere una componente nutraceutica. È una cosa che oggi non esiste”.
Le collaborazioni non mancano con Illycaffè, che forte di una solida presenza in 145 paesi può fare da “rompighiaccio” anche per i brand e i prodotti del Polo.
Nel suo ottimismo, Riccardo Illy vede un biennio di sviluppo per il Polo del Gusto. “Sarei contento di continuare con una crescita a due cifre per linee interne societarie, con nuove acquisizioni, con lo sfruttamento delle sinergie e, in Italia, con la distribuzione accentrata in Domori”, chiosa il presidente. “Una spinta verrà anche nel retail e nell’e-commerce attraverso la newco che costituiremo e che avrà il compito di gestire e sviluppare in Italia e all’estero i negozi plurimarca e le attività di e-commerce, per le quali potremo puntare ad acquisire un partner specialista nella distribuzione”.
Il gruppo è e rimarrà nelle mani della holding della famiglia anche dopo l’uscita di Francesco Illy. “È già receduto e stiamo concludendo gli accordi per rilevare le sue quote. Non ci saranno ingressi di nuovi soggetti nel gruppo”, conclude Riccardo Illy.