Si chiama Soré Wine Garden, è ispirato dal nome del nuovo rosé dell’azienda ma soprattutto è nato grazie a Instagram, dove le “Cotarella Sisters” e in particolare Dominga, anima commerciale di Famiglia Cotarella, certamente non si sono risparmiate durante il lockdown. “Abbiamo parlato con 315 ristoratori, volevamo essere vicine ai nostri clienti”, racconta Dominga Cotarella. In una di queste dirette, è nata l’intesa con la sindaca di Riccione, Renata Tosi, convintissima che bisognasse sostenere la ristorazione della Riviera romagnola concedendo il più possibile spazi esterni dedicati. “Perché non fate qualcosa da noi a Riccione?”, ha detto la Tosi a Dominga. Detto fatto.
Il wine bar, che in realtà è un giardino, è stato realizzato in collaborazione con Piero Careri, gestore del Vicolo di viale Ceccarini e di altre quattro attività a Riccione, e si trova nel pieno centro della vita riccionese, tra viale “Cecca” e viale Corridoni. Si inizia stasera, venerdì 26 giugno, ma l’inaugurazione in grande stile è stata fissata per il 17 luglio, quando a Riccione scenderà Carlo Cracco per proporre un menù studiato per il pairing con il Soré, blend di Merlot (92%) e Aleatico, e con un grande classico di Famiglia Cotarella, il Montiano.
Il 17, del resto, è il numero magico delle sorelle Enrica e Marta Cotarella e della cugina Dominga, seconda generazione dell’azienda fondata dai fratelli Riccardo (padre di Dominga) e Renzo Cotarella e che ha cambiato la storia dei vini dell’area situata tra Umbria, dove ha sede l’azienda in località Montecchio, e Lazio, dove nel 1979 prese il via l’attività a Montefiascone. Il 2017 fu infatti l’anno che vide non solo il cambiamento del marchio, con la scelta di Famiglia Cotarella al posto dell’originario Falesco, ma anche l’investimento in Le Macioche a Montalcino, terza cantina del gruppo (la prima produzione gestita in toto di Brunello uscirà nel 2022). Ci sono altre prospettive in vista sotto il profilo acquisizioni? Lo sguardo è rivolto a Bolgheri, ma l’obiettivo principale di Famiglia Cotarella resta quello di dare una forte identità ai vini della Tuscia.
L’azienda produce circa 2,5 milioni di bottiglie, di cui 500mila sono le selezioni. Prima della novità Soré (anagramma di rosé, ma anche il termine con cui si chiamano tra loro le tre Cotarella, che da bambine vivevano tutte nella stessa casa), l’ultimo vino lanciato sul mercato era stato Ogrà, dedicato alla nonna. L’ultima novità però, in termini di packaging e di cambiamento stilistico del vino stesso, era stato Montiano 2016, uscito sul mercato lo scorso 17 (naturalmente) settembre.
Il 2017 fu anche l’anno di apertura di Intrecci, la scuola di alta formazione per la sala che ha sede a Castiglione in Teverina e della quale si occupa Marta Cotarella. Prima del lockdown, procedevano spediti i lavori per l’apertura della seconda sede in India, a Bangalore, poi bloccati dal dilagare dell’epidemia da Covid-19 nel subcontinente indiano. In attesa che ripartano, in Italia sono continuate online le lezioni dei 25 studenti iscritti a Intrecci, dove ormai insegnano ben 110 docenti e dove a novembre prenderà il via il quarto anno di corsi. Il ritorno in aula degli studenti è stato fissato per l’1 settembre. Si tratta di una realtà unica nel suo mondo, essendo totalmente dedicata alla formazione di sala, e nei primi tre anni tutti coloro che sono usciti da Intrecci hanno trovato lavoro.
Oltre a Intrecci, Famiglia Cotarella ha lanciato un altro progetto, Fattoria Tellus. La sede è adiacente a quella aziendale, è nata come fattoria didattica ed è stata trasformata nel tempo in fattoria sociale per i bambini. L’apertura risale al 2017 e l’obiettivo è far diventare la fattoria un centro di cura e di prevenzione delle malattie legate all’alimentazione, sempre con un focus su infanzia e adolescenza.