In Italia il turismo enogastronomico è ritornato ai livelli pre-pandemia registrando oltre 5 miliardi di euro. E la metà di questi sono stati raggiunti grazie al comparto vinicolo e alle visite in cantina, secondo le stime di Coldiretti. Il 58% degli italiani, secondo lo studio presentato dall’associazione, sceglie di visitare frantoi, malghe, cantine, aziende, agriturismi o mercati degli agricoltori durante le proprie vacanze, così da acquistare prodotti locali a chilometri zero direttamente dai produttori e ottimizzare il rapporto prezzo/qualità.
ll cibo, infatti, rappresenta la principale motivazione di scelta del luogo di villeggiatura per il 17% degli italiani, mentre per il 56% costituisce uno dei criteri su cui basare la propria preferenza. Solo un 4% afferma di non prenderlo in esame.
Già qualche mese fa, la ripresa dell’enoturismo sembrava essere alle porte, come riportato dal dossier di Pambianco Magazine Wine&Food di giugno/luglio 2022. Il ritorno ai valori pre-pandemici era vicino ai grandi numeri del 2019: 15 milioni le visite e 2,65 miliardi di euro il giro d’affari, secondo il XVII Rapporto Città del Vino.
Inoltre, se già prima della pandemia il tema dell’enoturismo occupava un ruolo importante all’interno dell’agenda di molti Consorzi del vino in Italia, ora sembra essere diventato strategicamente prioritario. Degustazioni in cantina, soggiorni in strutture immerse nei vigneti, trekking in collina o escursioni in bicicletta, sono tutte attrattività turistiche non più complementari. E non sono più solo i grandi appassionati di vino a bussare alla porta delle cantine, ma un pubblico più vasto, magari meno esperto, ma curioso di vivere un’esperienza a 360 gradi che contempli anche sport, arte e, complessivamente, quella che possiamo definire voglia di benessere.
L’alimentazione, insomma, si conferma come il vero valore aggiunto della vacanza in Italia potendo contare su molteplici eccellenze del territorio. Infatti, sono 5450 le specialità ottenute secondo tradizioni, protratte per almeno 25 anni, censite dalle regioni, 316 le specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 i vini Doc/Docg. E, ancora, nel biologico sono circa 86mila le aziende agricole biologiche, 25mila gli agriturismi e 10mila gli agricoltori in vendita diretta.