“Abbiamo limitato i danni in tutte le fasi del processo. Alla fine perderemo circa 20 milioni di incassi, tornando sui livelli del 2018”, racconta a Pambianco Wine&Food Roberta Corrà, dg di Gruppo Italiano Vini. Un anno, questo difficile 2020, nel quale lo sforzo del leader italiano di settore, che lo scorso anno aveva fatturato più di 406 milioni di euro, è stato rivolto a tre principali aspetti: tenuta economica e finanziaria, salvaguardia del lavoro e utilizzo dei tempi concessi dal lockdown per affrontare determinati progetti rimasti accantonati per questioni di tempo. “Così arriveremo con più efficienza al 2021”, racconta Corrà in quest’intervista.
Quali sono state le priorità di Giv in un anno così particolare?
Abbiamo cercato di mantenere equilibrio, nel business come nelle persone. Con il lavoro a intermittenza nell’horeca, è stato naturale puntare sulla grande distribuzione per ottenere incassi e sostenere tutti i processi interni, e a quel punto l’errore da non commettere è apparso chiaro: dovevamo dare lavoro ai nostri dipendenti e collaboratori, perché bloccare tutto sarebbe stato demotivante e non coerente con la nostra idea di costruzione di un progetto a lungo termine.
La ripresa inizierà già il prossimo anno?
Ne sono certa. Quella del 2020 non è una flessione legata a una crisi di consumo o a dinamiche interne del vino. È stata un’emergenza che ci ha obbligato a una reclusione forzata e a un cambiamento dei nostri stili di vita e di consumo. Non appena torneremo alla normalità, tornerà la voglia di vita sociale e il vino è l’emblema della vita sociale.
Peggio all’estero o in Italia?
Diciamo che l’Italia ha sofferto prima e l’estero lo ha fatto in un secondo momento, sottovalutando l’esempio della sofferenza e della serietà del problema emerso in Italia. Uno dei cali più importanti riguarderà il nostro primo mercato estero che sono gli Usa, dove operiamo con una nostra società di importazione e dove le previsioni cambiano di settimana in settimana, ma siamo convinti di chiudere l’anno con una flessione del 30%.
Esistono mercati in controtendenza?
Direi proprio di no. Con la prima ondata c’era stata la sorpresa della Russia, che poi però ha chiuso tutto. Se parliamo di qualche buon segnale, lo legherei all’andamento del Canada e alla continuità, per quanto ridotta, dell’horeca in Germania. In grande distribuzione invece siamo andati bene un po’ dappertutto.
Quali sono stati i marchi migliori del 2020 per il vostro gruppo, tra i 19 di proprietà?
Quelli legati alla gdo, in particolare Bolla che in Italia ha fatto molto bene, ma anche Lamberti e Bigi. Quelli più legati all’horeca hanno invece sofferto e nelle piccole cantine siamo stati costretti a ricorrere alla cassa integrazione già in marzo.
Prospettive?
Parlando di 2021, il primo trimestre dovrebbe essere più tiepido rispetto allo stesso periodo del 2020, che fu bello intenso come ordini. Da Pasqua in poi ci aspettiamo però una crescita importante della ristorazione, per riportare in alto le nostre top wineries, che poi sono quelle che ci offrono più marginalità. Anche se nel 2021 dovremo dare una mano ai ristoratori e quindi abbiamo già messo in conto che non riusciremo a ottenere grandi risultati in termini di margine, ma per noi sarà il ritorno alla crescita in un canale che resta comunque strategico.
E l’online?
Quest’anno siamo cresciuti del 600% ma partendo da una base comunque minuscola: basti pensare che a fine anno arriveremo a un milione. Del resto, il nostro online non è stato impostato secondo una logica di volumi, si tratta invece di una via di mezzo tra canale di vendita e strategia di brand. Di conseguenza, ci siamo sentiti quasi sommersi da una crescita così importante, per quanto piccola.
Progetti in vista?
Ne abbiamo tre piuttosto importanti: la ristrutturazione in corso di Conti Formentini, la nostra tenuta in Collio; il progetto di zonazione da Nino Negri in Valtellina, per ottenere diversi cru del territorio; la produzione di uno spumante metodo classico in Alta Langa con Calissano. Senza scordare la ristorazione, dove abbiamo rinviato alcuni progetti di apertura all’estero, ma un segnale nel nostro territorio lo abbiamo comunque dato con l’inaugurazione durante l’estate del nostro ristorante e wine shop a Calvasino sul lago di Garda, Osteria Preella. È stato anche questo un segnale di ripartenza.